I dati del settore

Dopo il crollo, arrivano i primi, timidissimi segnali di ripresa per il turismo a Bergamo

Presenza in aumento a partire da metà luglio. Paolo Prestini, presidente dell’associazione BergamoB&B: «Ci aspettavamo un turismo da week-end, invece è stato settimanale. Turisti in larga parte italiani ma anche una discreta presenza estera, in particolare da Francia e Svizzera»

Dopo il crollo, arrivano i primi, timidissimi segnali di ripresa per il turismo a Bergamo
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Come era facilmente prevedibile tra le attività maggiormente colpite dai provvedimenti di chiusura necessari al contenimento dei contagi vi sono quelle legate alla filiera turistica. I dati Istat relativi al secondo trimestre del 2020 fotografano una situazione a tinte fosche: gli indici di fatturato delle imprese di servizi hanno registrato a livello nazionale un calo tendenziale del 26,2 per cento e, nello specifico, le attività di alloggio una flessione dell’88,3 per cento.

Fortunatamente nella Bergamasca durante il periodo estivo si sono registrati però timidi segnali di ripresa, nonostante il settore extra-alberghiero imprenditoriale cittadino (750 tra case vacanze, bed&breakfast e affitta camere) abbia perso in media il 60 per cento del fatturato. «Nelle strutture cittadine fino alla metà di luglio c’è stata una scarsa, se non rarefatta, presenza turistica a cui è seguito un incremento delle presenze fino alla fine di agosto – commenta Paolo Prestini, presidente dell’associazione BergamoB&B -. Ci aspettavamo un turismo da week-end che è stato invece più settimanale, con un flusso di turisti in larga parte italiani e una discreta presenza straniera di confine, proveniente da Francia e Svizzera. La media di permanenza nelle strutture della città bassa è di un paio di giorni, mentre in quelle di Città Alta si calcola anche un giorno in più. Sicuramente la stagione è partita molto a rilento, soprattutto nei primi mesi, e molti di noi per tener viva l’attività hanno dovuto abbassare i prezzi con offerte il più vantaggiose possibili».

«È stata un’estate difficile, a tratti disastrosa se comparata alle stagioni passate, ma nel complesso il flusso turistico nelle nostre strutture ricettive extra-alberghiere è stato abbastanza costante, seppur a prezzi ridotti – aggiunge Prestini -. Ci aspettiamo che la situazione non cambi di molto, almeno fino a marzo 2021 e, soprattutto, fino a quando non ci sarà una reale ripartenza del turismo legato all’aeroporto di Bergamo».

«I dati Istat certificano una situazione che non è il segno di un passato remoto, bensì la fotografia di una condizione ancora negativa in termini di presenze turistiche e di continua sofferenza degli imprenditori del settore – conclude Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. Vanno però accolti con favore questi timidi segnali di ripresa, che devono essere riconosciuti come un segnale di buon auspicio per il prossimo futuro. Come Associazione lavoreremo insieme alle Istituzioni locali per individuare e mettere in campo nuove iniziative che possano favorire la ripresa del settore turistico territoriale».

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