Dopo l'inglese, la sudafricana e la brasiliana, isolata a Brescia la variante nigeriana
Questa mutazione è stata individuata dalla Società italiana di virologia degli Spedali Civili, che ne hanno dato comunicazione nella giornata di oggi, martedì 2 marzo. Le parole del dottor Caruso
Dopo la variante inglese (la più diffusa in Italia e quella considerata la principale causa del nuovo picco di contagio in atto), quella sudafricana e la brasiliana, ecco la nigeriana. Che, come raccontano i colleghi di PrimaBrescia, è stata individuata e isolata proprio nella città della Leonessa dalla Società italiana di virologia degli Spedali Civili, che ne ha dato comunicazione nella giornata di oggi, martedì 2 marzo.
Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili, ha spiegato: «Oltre al sequenziamento genetico, per la prima volta in Italia abbiamo isolato il virus portatore di queste mutazioni, che preoccupano perché potrebbero conferire resistenza ai vaccini anti-Covid oggi disponibili».
Nello specifico, ha spiegato ancora il dottor Caruso, quella nigeriana è «una variante rara. Al momento sta evolvendo principalmente in Africa, in Nigeria, ma ci sono una serie di osservazioni in tutto il mondo. Per ora pochi casi, che tuttavia stanno crescendo. Il suo arrivo a Brescia è stato intercettato “casualmente” nel corso dell’analisi di campioni biologici prelevati in da un’ampia serie di pazienti di controllo».
Ora, ha concluso il presidente della Società italiana di virologia degli Spedali, «bisogna verificare se si tratta di un caso isolato, ossia se è stato questo paziente a portare la variante sul territorio, o se già sta circolando. L’obiettivo è fermare al più presto qualunque tipo di diffusione».
Proprio in provincia di Brescia erano stati individuati, ormai quasi due mesi fa, i primi preoccupanti focolai di variante inglese, che si è diffusa in maniera importante, tanto che attualmente Brescia e la sua provincia sono in zona arancione rafforzata, così come anche otto Comuni bergamaschi e, da oggi (2 marzo), anche altre aree lombarde.