Da uno studio dell’Università del Missouri

Drunkorexia, quando pur di bere si smette di mangiare

Drunkorexia, quando pur di bere si smette di mangiare
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Si sa che alcool e dieta non vanno molto d’accordo. Gli alcolici, infatti, sono molto calorici e non apportano nessun tipo di sostanze nutritive all’organismo. Ma è possibile astenersi dall’alcool, così trendy e così cool, nell’era dello sballo e dell’happy hour? In massa la bella gioventù risponderebbe con un secco no.

Quindi, per chi soffre di disturbi alimentari e controlla in maniera maniacale le calorie di ogni alimento ingerito ma non vuole rinunciare all’alcool, ecco l’ultima preoccupante moda, la drunkorexia. Questo termine “drunkorexia” deriva dalla fusione delle parole inglesi drunk e anorexia, cioè alcolizzato e anoressia. Succede infatti che chi non vuole rinunciare al mojito o a qualche altro drink decide di compensare l’assunzione di calorie derivate dall’alcool tagliando gli alimenti: c’è chi fa a meno della barretta al cioccolato all’ora dello spuntino o chi addirittura sostituisce il pasto con gli alcolici. Secondo quanto riporta un articolo pubblicato su The Indipendent non sono pochi i giovani che, volendo consumare vino o alcolici, decidono di non mangiare per non aumentare le calorie, sapendo, ad esempio, che le 300 calorie di un bicchiere di vino sono equivalenti ad una barretta di cioccolata o ad un piccolo toast.

 

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Che cos’è la drunkorexia. Il disturbo fa parte dei disordini del comportamento alimentare e, come rivelano dati recenti, è un fenomeno in forte crescita tra gli adolescenti: si calcola che circa il 30% dei giovani fra i 18 e i 24 anni sia vittima di questo disturbo. A definirne le caratteristiche in modo scientifico è stata un’équipe di ricercatori statunitensi dell’Università del Missouri di Columbia. La patologia ha dapprima preso piede, infatti, negli Stati Uniti, in particolare nell’ambiente dei campus universitari, per poi arrivare in Europa, partendo dalla Gran Bretagna e interessando progressivamente tutti gli altri Paesi, tra cui Spagna, Francia e Italia.

La drunkorexia preoccupa gli esperti, che pongono l'accento sui danni fisici e mentali di questa abitudine. «Oltre a deprivare il cervello di un'adeguata nutrizione - spiega Victoria Osborne, docente dell'Università del Missouri -  questo mix messo in atto può provocare problemi cognitivi a breve e a lungo termine, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni».

Alcool e giovani in Italia. Sul nostro territorio nazionale l’età media in cui i ragazzi iniziano a bere è 13 anni. Il 17,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni ha consumato bevande ad alto tasso alcolico e questa percentuale è tra le più alte in Europa, dove il primo bicchiere è fissato intorno ai 14-15 anni. Questo dato è contenuto nella Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati dal Ministero della Salute in materia di alcool da cui si legge, anche, che il 70,7% i giovani tra i 18-24 anni consuma regolarmente bevande alcoliche. Secondo la ricerca del Ministero emerge poi che anche l’assunzione fuori dagli orari dei pasti è in aumento sia nei maschi  (31,7%) che nelle donne (21,3%), in un’età compresa tra gli 11 e i 24 anni.

Un’altra indagine intitolata Il Pilota, dell’Osservatorio Nazionale Alcol Cnesps, mette in evidenza poi un dato nuovo, quello del binge-drinking ovvero l’abbuffata di alcool volontaria, soprattutto nei week end, per arrivare all’ubriacatura. Il 41,7% dei ragazzi e il 20,8% delle ragazze al di sotto dei 18 anni sarebbero vittime di questa pratica. Secondo la ricerca Cnesps è elevata anche la media dei bicchieri consumati in una serata tipo e nella notte del sabato. Un ragazzo consuma in media 4 bicchieri e una ragazza poco più di 3 in una fascia d’età compresa tra i 19 e i 22 anni. Ancora più preoccupanti i dati se si prendono in considerazione i giovani sotto i 18 anni: i bicchieri salgono a 5 per i maschi e 6 per le ragazze.

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