È tornata la Madonnina “del Gino” lungo il sentiero che porta al Rifugio Benigni
Due settimane fa, ignoti vandali avevano asportato la statuetta presente nella tribulina. Con la nuova icona posata anche una targa a ricordo di Galizzi, morto lo scorso marzo
di Giambattista Gherardi
I vandali e gli imbecilli non l’avranno mai vinta. Mai. Nell’ultimo fine settimana è tornata al suo posto, in veste rinnovata e per la gioia di tanti escursionisti, la “Madonnina” che da anni segna e protegge il sentiero che sale verso il Rifugio Benigni, di proprietà del CAI Alta Valle Brembana. Si tratta di un semplice gesto di devozione che anni fa era stato posto in prossimità del canalino che va attraversato, con un qualche pericolo, in territorio di Ornica. La Madonnina in quel punto fu voluta da alcuni volontari, fra i quali soprattutto Gino Galizzi (morto lo scorso marzo, ndr), Giuliano Donadoni (che ha creato la piccola grotta con pietre locali) e gli alpini di Ornica. Galizzi, fondatore del seguitissimo sito Valbrembanaweb era convinto che quella Madonnina avrebbe protetto tutte le migliaia di escursionisti che sarebbero passati in futuro in quel canalino, dopo il susseguirsi di piccoli infortuni e anche una tragedia.
«Il canalino - spiega uno dei volontari - è un punto critico, specialmente quando c'è molta acqua come in questo periodo. Il pericolo di scivolare è concreto». La Madonnina fu lì collocata nel 2012. Due settimane fa l’amara scoperta: ignoti avevano divelto la statuetta donata da Gino Galizzi, asportandola. A salvarsi (o forse posata in seguito da un escursionista) è stata soltanto una piccola immagine fotografica della Madonna della Basella, venerata nel Santuario di Santa Maria Nascente a Urgnano. L’attacco da parte dei vandali è stato, ahimè, un gesto non nuovo, poiché in precedenza la statuetta era stata rotta e gettata nel canalino. La volontà di ripristinare al più presto un simbolo caro alla sensibilità e alla devozione di tutti ha visto muoversi immediatamente una catena di solidarietà. Da sabato 27 giugno la piccola “tribulina” in pietra è tornata a ospitare l’effige di Maria, stilizzata su una piastra in acciaio inossidabile e benedetta dal parroco di Ornica, don Simone Lanfranchi.
Sul posto non è mancato un ricordo intenso e commosso per Gino Galizzi, cui è stata dedicata un’ulteriore targa commemorativa. Riporta un’immagine che in efficace sintesi grafica lo riporta fra rocce e stelle alpine, con la dedica: «La sua testimonianza resterà per sempre impresa in rete», e i versi introduttivi del canto Signore delle Cime.