Il nuovo governo canta vittoria

È vicina la liberazione di Sirte Miliziani Isis in fuga nel deserto

È vicina la liberazione di Sirte Miliziani Isis in fuga nel deserto
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Dopo aspri combattimenti, le forze libiche del governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj hanno annunciato di aver ripreso il controllo del porto di Sirte, roccaforte dell'Isis in Libia. Una milizia alleata è riuscita a entrare nella città - considerata la più importante base dello Stato Islamico al di fuori di Siria e Iraq -, e l’offensiva per liberarla dagli uomini del Califfo continua, molti jihadisti sono sotto assedio nel centro urbano, ma gran parte dei miliziani dell'Isis sono fuggiti nel deserto a sud.

 

 

Da giorni gli aerei libici bombardavano la città e le navi della marina lanciavano missili dal mare. La rapidità degli ultimi sviluppi ha però sorpreso diversi osservatori. Dopo aver riconquistato la lunga fascia costiera, le brigate di Tripoli hanno aggirato le linee dei miliziani dello Stato islamico e giovedì i soldati di Misurata, alleati col governo, sono arrivati alla periferia di Sirte. L’avanzata, ostacolata soprattutto da kamikaze, mine e cecchini appostati sui tetti delle case, è stata più veloce dei previsto: entrati in città molti combattenti si sono scattati fotografie accanto a bandiere nere e altri simboli sono stati abbattuti, come l’intelaiatura di un cartellone pubblicitario usato dagli uomini dell’Isis come patibolo per impiccare i prigionieri. Gran parte degli attacchi degli ultimi giorni si erano concentrati intorno all’Ougadougou Center, un centro congressi fatto costruire da Gheddafi e trasformato dallo Stato Islamico nel suo quartier generale. Le truppe di Tripoli hanno già preso il controllo di diversi quartieri della parte orientale. Nei violenti scontri ci sono stati almeno 11 morti e 45 feriti nella fila della forze filo-governative.

 

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Sirte è una città strategica e da un anno era in mano al ramo libico dell’Isis: fino a poche settimane era indicata come un possibile rifugio per i leader del Califfato nel caso la situazione in Siria ed Iraq fosse peggiorata. Lo scorso 4 maggio, però, l'alleanza governativa ha lanciato l’offensiva e nelle ultime tre settimane i combattenti di Tripoli sono avanzati percorrendo 150 chilometri. Venerdì c’è stato l’assalto alle installazioni portuali, conquistate al tramonto. Da questa postazione, situata a circa 5 chilometri dal centro urbano, le unità di fanteria sono riuscite a progredire fino a liberare altre due importanti postazioni nella parte orientale e occidentale della città. Nella loro avanzata hanno potuto contare sull'appoggio degli aerei ed elicotteri da combattimento. Sul fronte orientale, intanto, e senza coordinamento con il resto delle forze, si preparava anche l'esercito regolare libico legato al Parlamento di Tobruk e guidato dal generale Khalifa Haftar.

 

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Attraverso un comunicato, venerdì sera il premier Sarraj ha annunciato la vittoria a Sirte, invitando le milizie a salvaguardare l’incolumità dei civili, e ha chiesto ad Haftar di unirsi «alle forze vittoriose» per «costruire insieme la nazione libica ed essere uniti contro il nemico comune». La liberazione di Sirte rappresenta certamente un grande successo per Sarraj, ma analisti ed esperti invitano a non cantare troppo presto vittoria perché si temono attentati terroristici da parte degli uomini del Califfo che hanno disseminato la città di mine e ordigni. Bisognerà poi vedere quali scelte farà il generale Haftar, marginalizzato da questa battaglia, che difficilmente resterà a guardare. L’intenzione delle forze di Misurata, considerate fra le più numerose e meglio armate del paese, è ora quella di consegnare le chiavi della città alle autorità locali, perché il precedente atteggiamento vessatorio è stata una delle cause dell’avvento dell’Isis.

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