Ecco chi sono i candidati alla guida della Procura di Bergamo (Chiappani va in pensione)
Dalla bergamasca Rota al "meloniano" Capoccia, passando per Bonfigli che a Brescia ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta Covid
L’era di Antonio Chiappani alla guida della Procura di Bergamo si è conclusa. Andrà in pensione a metà settembre, ma, considerando le imminenti ferie, in città lo si vedrà ancora poco.
Dopo circa tre anni, dunque, gli uffici di Piazza Dante sono in attesa di una nuova guida. E a nominarla sarà il Consiglio superiore di magistratura (Csm). I tempi non saranno brevi - proprio Chiappani giunse a Bergamo a oltre un anno dalla morte del suo predecessore, Walter Mapelli -, l’iter di nomina è lungo e alquanto arzigogolato, ma intanto le candidature stanno arrivando.
Professionalmente parlando, la piazza di Bergamo ha una duplice valenza: rampa di lancio per figure che hanno finora ricoperto incarichi semidirettivi (procuratore aggiunto o sostituto procuratore) oppure capitolo finale per chi “vede” la pensione.
Nell’ultimo decennio, il Csm ha preferito assegnare Bergamo a soggetti del secondo gruppo, ma non è detto che le cose possano cambiare. Tant’è che, tra le domande depositate e rese note dal Corriere Bergamo, la maggior parte arrivano da professionisti che ambiscono a una “promozione”.
Maria Cristina Rota
Il primo nome è quello dell’attuale procuratore aggiunto di Piazza Dante, la bergamasca Maria Cristina Rota. Dopo la morte di Mapelli e in attesa che si insediasse Chiappani, è stata procuratore facente funzione, dunque conosce perfettamente gli ingranaggi della macchina. A capo dell’inchiesta Covid, è considerata una “allieva” dell’ex aggiunto di Milano Armando Spataro. Nell’inchiesta sull’omicidio di suor Maria Laura Mainetti, a Chiavenna, fu tra i primi magistrati a utilizzare le intercettazioni telefoniche.
Giuseppe Capoccia
Attuale procuratore capo a Crotone (e titolare del doppio fascicolo d’indagine sulla tragedia di Cutro), Giuseppe Capoccia ha 62 anni e a Bergamo potrebbe chiudere la sua carriera. In precedenza, è stato pm in Puglia, dove si è occupato principalmente di criminalità organizzata. È ritenuto un magistrato vicino alla premier Giorgia Meloni: nel biennio 2009-2010 fu infatti vicecapo legislativo del ministero della Gioventù, allora guidato proprio da Meloni. È legato anche ad Alfredo Mantovano, suo collega e attuale sottosegretario del Governo, col quale ha collaborato al Ministero della Giustizia.
Roberto Pellicano
Come Capoccia, anche Roberto Pellicano è procuratore capo, ma a Cremona. È stato sostituto procuratore a Milano. Originario della Sardegna, si definisce «uomo di provincia che ama la provincia» ed è considerato esperto di reati contro la pubblica amministrazione, sebbene «in ogni posto esistono esigenze che sono imposte dal territorio».
Alessandra Dolci
Già nel 2016 Alessandra Dolci fece domanda per Bergamo, ma in quel caso le fu preferito Mapelli, con il quale ha a lungo lavorato a Monza. Un anno dopo, è diventata procuratore aggiunto a Milano al posto di Ilda Boccasini. Negli anni si è specializzata nel contrasto alla criminalità organizzata nel Nord Italia ed è infatti diventata direttrice della Direzione distrettuale antimafia. Tra le sue indagini, la più nota è “Crimine infinito”, che portò a circa duecento arresti tra Milano e la Calabria. Piccola nota di colore: è la compagna di Piercamillo Davigo.
Maurizio Romanelli
Come Dolci, anche Maurizio Romanelli ha costruito la sua carriera a Milano nella lotta alla criminalità organizzata. 64 anni, ha lavorato nella Direzione distrettuale antimafia e, dopo la nomina a procuratore aggiunto, si è invece specializzato nella lotta al terrorismo. È oggi procuratore capo reggente a Lodi. (...)