Pubblicato:
15 mila metri cubi di acqua
Era un disastro annunciato, Ardesio è salvo solo per miracolo
C’è chi lo ha definito un “piccolo Gleno”. 71 persone isolate e una decina evacuate. In molti avevano già segnalato problemi
di Giambattista Gherardi
Qualcuno l’ha definito un “piccolo Gleno”, che solo per miracolo non ha prodotto l’ennesima tragedia annunciata. E forse quel miracolo è arrivato anche per l’intercessione della Madonna delle Grazie venerata nel Santuario dell’Apparizione.
Mercoledì 5 aprile la comunità di Ardesio ha vissuto una delle pagine più cariche di angoscia della propria storia: alle 6.50 del mattino un boato ha annunciato il cedimento di un canale di adduzione che collega Gromo alla centrale Enel Green Power situata alle porte di Ardesio. Un canale artificiale di oltre quattro chilometri, costruito un secolo fa, che in pochi attimi ha scaricato su una vasta area dell’abitato una massa di almeno quindicimila metri cubi d’acqua.
L’onda ha travolto dapprima la strada sottostante che conduce alle frazioni di Staletti, Pizzoli, Cerete e Cacciamali, poi ha coinvolto un nucleo abitato con numerose villette (fra cui quella del sindaco Yvan Caccia) e invaso infine con detriti, fango, alberi e pietre anche la Provinciale 49 che sale verso l’Alta Valle Seriana. Le foto e i video della inimmaginabile cascata sono corse online da subito attraverso i cellulari di tanti pendolari che si sono trovati improvvisamente davanti un’onda anomala, un vero e proprio fiume. In paese l’allarme è scattato tempestivo e fra i primissimi a raggiungere la zona (oltre ovviamente al sindaco Caccia, direttamente coinvolto) c’erano la Croce Blu di Gromo e i Vigili del Fuoco, cui si sono aggiunti Carabinieri, Protezione Civile, Areu e tanti, tanti volontari.
Per oltre due ore (sino a quando il canale si è svuotato dopo che Enel aveva bloccato il flusso) l’acqua ha continuato a scendere copiosa, trascinando con sé terra, pietre e alberi, ma anche arredi, suppellettili e automobili. Uno scenario apocalittico, con un bilancio che per fortuna non segnala feriti (nemmeno lievi), ma ben 71 persone isolate (nelle frazioni a monte, ora servite con elicotteri e teleferica) e almeno dieci evacuate, per l’incombente rischio di ulteriori smottamenti, accolte in prima battuta in oratorio, grazie alla disponibilità del parroco don Antonio Locatelli.
Incalcolabili i danni materiali patiti da strade e proprietà pubbliche e private: il fango ha invaso ogni possibile pertugio e l’opera di pulizia non sarà né semplice né breve. (...)
