Se Facebook diventa una droga Rovinata una madre di famiglia

La dipendenza da Facebook ha rovinato una madre di famiglia. Ha mandato a rotoli il suo matrimonio e l’ha allontanata dai figli. Ma l’aspetto più inquietante della storia è che lei non si è mai accorta di essere assuefatta dal social network. No, ha iniziato a vivere come se fosse in un mondo parallelo, isolandosi dal calore e dall’affetto della sua famiglia per stare dietro a un freddo e ipnotico apparecchio elettronico, divenuto per lei come una droga.
Eppure i suoi cari all’inizio avevano provato a strapparla dalla realtà virtuale. Il marito le aveva parlato, aveva provato a convincerla a tornare in sé. Ma niente. Mentre lui era al lavoro lei restava a casa attaccata a Facebook. Le discussioni in poco tempo erano diventati liti. Inevitabile quindi la decisione presa dalla coppia di 40enni, di Cernusco ma residente a Truccazzano all’epoca dei fatti, di separarsi. Inizialmente si era seguito il copione classico in questi casi. Lui aveva abbandonato l’abitazione coniugale, dove era rimasta l’ormai ex consorte insieme ai due figli: una adolescente e il fratello più piccolo di qualche anno. Una situazione umiliante per l’uomo. Gli era infatti toccato tornare a bussare alla porta dei genitori per trovare un tetto sotto cui stare. A casa però le condizioni non erano certo migliorate. La donna era ormai finita in maniera irreversibile nella sua rete di contatti, gruppi, pagine, commenti e like di «amici», veri o presunti. La figlia, abbastanza grande per capire cosa stesse succedendo, aveva avuto il coraggio di intervenire e lanciare un grido d’aiuto. Nel corso del processo di separazione ha avuto il coraggio e la forza di raccontare cosa succedeva dentro le quattro mura in cui viveva. Nella sua testimonianza è emerso che la madre passava tutto il giorno davanti a Facebook. E lei, non ancora maggiorenne, era costretta, mossa da quel senso di responsabilità che nella donna era stato anestetizzato dalla tremenda dipendenza dal web, a prendersi cura del fratellino, sostituendosi alla figura materna.
La deposizione si è rivelata la chiave di volta per il processo, conclusosi poche settimane fa. Il giudice ha creduto alla ragazza e la sentenza è stata a favore del papà. La separazione è stata addebitata alla signora, mentre l’uomo è potuto rientrare in casa e con lui i due figli. Per loro è stato l’epilogo di un incubo iniziato tre anni fa. Infatti non solo hanno dovuto sopportare i litigi e la separazione dei genitori, ma anche l’intervento dei servizi sociali.
Una sentenza importante per Marica Pesci (foto sopra), l’avvocato, che opera a Cernusco, difensore dell’uomo. «In fase di separazione la legge tutela i figli minori e questa ne è la dimostrazione - ha sottolineato - Si presume che la madre sia il miglior genitore per accudire i figli, ma non è sempre così. Soprattutto ora che si è aperto questo nuovo mondo di patologie che colpiscono anche le donne».