Il Far West è arrivato a Dalmine
Venerdì 30 novembre una casa data alle fiamme, sabato 1 dicembre il bancomat di via Mazzini fatto esplodere. Due episodi inquietanti, non collegati tra loro, che hanno fatto sentire i residenti meno sicuri. Il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Iodice, attacca l’Amministrazione, colpevole secondo lui di immobilismo, dato che problemi di schiamazzi notturni e di disturbo della quiete pubblica nella zona del centro erano già stati denunciati la scorsa estate. Il sindaco respinge le accuse: «Per ordine e sicurezza sono competenti le forze dell’ordine, noi più di tanto non possiamo fare, a parte mettere le telecamere e assicurare un pattugliamento notturno del territorio». A Dalmine ci sono attualmente 44 telecamere funzionanti e altre tre verranno installate nella zona di piazza Risorgimento e piazza Caduti 6 Luglio entro la fine dell’anno. Due pattuglie di Sorveglianza Italiana fanno servizio notturno su tutto il paese, controllando punti sensibili e zone meno frequentate. In via Fermi c’è una caserma dei carabinieri e i militari sono attivi sul territorio giorno e notte.
La casa bruciata. Venerdì 30 novembre, intorno alle 10 di mattina, un residente di via delle Azalee vede uscire del fumo denso dalle finestre al primo piano della villetta al civico 17, di fronte a casa sua. Siamo a Sforzatica Sant’Andrea, nell’appartamento vive una famiglia con cinque figli, il più piccolo di 6 anni, il più grande di 20. I genitori sono separati da tempo. Il residente comincia a urlare in strada, chiama i vigili del fuoco. Nel frattempo i due proprietari della villetta, che abitano al piano terra dell’immobile, si accorgono di quanto sta succedendo, così salgono al piano di sopra per controllare che nessuno sia in casa. L’appartamento è vuoto, ma sta andando a fuoco. I pompieri arrivano, spengono le fiamme e fanno un’ispezione per cercare di capire la causa del rogo. Si accorgono della presenza di diversi inneschi e c’è anche una scritta sul muro delle scale che fa pensare a un incendio appiccato intenzionalmente da qualcuno. «Paga la droga. La mafia», c’è scritto, ma sembra più un depistaggio che una minaccia. Gli inquirenti aprono un’inchiesta e stanno ancora indagando.
Il bancomat fatto saltare. Intorno alle 3 di notte di sabato 1 dicembre, parecchi residenti del centro di Dalmine vengono svegliati da un forte boato. Una banda di malviventi ha fatto saltare il bancomat della Banca Popolare di Milano di via Mazzini, sotto i portici. L’allarme scatta subito e sul posto arrivano i carabinieri della locale stazione, quelli del comando di Treviglio, le pattuglie di Sorveglianza Italiana e i vigili del fuoco. Per il botto è stato utilizzato dell’esplosivo confezionato artigianalmente, ma...