L’adolescenza di Bill Gates & Co. È a quell’età che si scrive il futuro

L’adolescenza è un’età difficile, sia per i genitori, alle prese con le ribellioni dei loro (ex) piccoli, sia per i ragazzi stessi, proiettati in una visione del mondo completamente nuova. Ma è un’età difficile anche perché è quella in cui un soggetto matura la propria concezione di sé e, soprattutto, di ciò che vorrebbe fare nel futuro. Le scelte che si fanno in quegli anni, molto spesso, vanno a condizionare anche le scelte future. Pensiamo anche solo, ad esempio, alla scelta degli studi superiori che si intendono fare: in base alla scelta della scuola superiore può totalmente cambiare la futura carriera lavorativa di un ragazzo.
E se non basta la vita di tutti i giorni (e di tutti noi) per far comprendere l’importanza delle scelte compiute nell’adolescenza e di questo periodo della vita in generale, allora si può sempre fare affidamento sui racconti di persone che hanno avuto successo nella vita e che proprio negli anni della gioventù più fresca ritrovano, oggi, i semi dei loro successi. Eccone alcuni.
Bill Gates
Il fondatore di Microsoft ha scoperto l’amore per l’informatica proprio nella sua adolescenza. Stava frequentando la prestigiosa scuola di preparazione Lakeside di Seattle quando scoprì quanto poteva essere affascinante il "nuovo" (per l'epoca) mondo dell’informatica. Proprio in quegli anni iniziò a scrivere il suo primo codice di calcolo rudimentale. Quella passione lo portò a conoscere, una volta intrapresi gli studi superiori, Paul Allen, suo futuro socio. Ad appena 15 anni, i due avevano già realizzato un software in grado di monitorare i flussi di traffico della zona. Come tutti ben sanno, Gates successivamente si iscrisse ad Harvard ma lasciò gli studi nel 1975 per lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria. Se non avesse “nutrito” la sua fame di conoscenza e la sua passione negli anni dell’adolescenza, non sarebbe mai diventato uno degli uomini più ricchi al mondo. E noi, probabilmente, non avremmo avuto Windows.
Warren Buffett
L’”oracolo di Omaha” (così è soprannominato il grande imprenditore ed economista americano) è il perfetto esempio del fatto che non si diventa miliardari per caso. Come racconta nella sua biografia firmata da Alice Schroeder, sin dalla giovanissima età Buffett si è rimboccato le maniche nel tentativo di fare un po’ di soldi. A 16 anni, dichiara, aveva già messo da parte qualcosa come 53mila dollari. Come? Facendo un po’ di tutto e imparando qualcosa da ogni lavoro. Iniziò consegnando porta a porta il Washington Post, ma continuò poi vendendo palline da golf (che recuperava dai dintorni dei campi da golf, ripuliva e sistemava), lucidando automobili, vendendo francobolli. Insomma, non c’è da stupirsi che sia diventato un uomo così saggio, influente e soprattutto ricco.
Oprah Winfrey
La vita dell’indiscussa regina della televisione a stelle e strisce è stata, fino ai 14 anni, «un gran casino», come ricorda lei stessa. Rimbalzava dalla casa di un parente all’altra, fino a che non l'accolse suo padre, a Nashville, in Tennessee. Nonostante la giovanissima età, la vita l’aveva aiutata a crescere più in fretta rispetto ai suoi coetanei e, presto, divenne una delle ragazze più popolari della sua scuola, grazie a parlantina e intelligenza. Proprio quelle sue qualità la portarono ad avvicinarsi al mondo dei media, collaborando a diversi progetti scolastici e diventando membro della squadra di discorso della scuola. A soli 16 anni una radio locale (la WVOL) decise di affidarle un programma: fu l’inizio di un grande amore. Nonostante a 19 anni frequentasse la Tennessee State University, non appena venne contatta da una rete televisiva per un lavoro decise di abbandonare gli studi e dedicarsi anima e corpo alla sua grande passione. Mai scelta fu più azzeccata.
Mark Zuckerberg
La storia del fondatore di Facebook è assai simile a quella di Bill Gates: già a 12 anni, infatti, si divertiva a scrivere codici per piccoli programmi informatici, come quello di messaggistica destinato allo studio dentistico del padre. Poco dopo, mentre frequentava la scuola di preparazione Phillips Exeter Academy, nel New Hampshire, progettò una piattaforma di streaming musicale a cui si interessarono sia AOL che Microsoft, ma lui rifiutò entrambe le proposte. Nei primi due anni ad Harvard, invece, nella stanza del dormitorio creò quello che è oggi diventato il social network più usato e famoso al mondo: Facebook. Lasciò gli studi per dedicarsi alla sua attività imprenditoriale.
Jeff Bezos
L’uomo che, grazie alla creazione di Amazon, ci ha permesso di fare acquisti di ogni tipo con un semplice click, ricorda che le basi per l’uomo che è oggi le ha ricevute nel ranch in cui passava le vacanze, di proprietà dei suoi nonni, in Texas. Da quando aveva 4 anni fino ai 16 anni, Bezos ha frequentato quel posto, aiutando i nonni a riparare i mulini a vento e a castrare i tori. Negli anni successivi, pur di mettere da parte qualche soldo, fece diversi lavori, tra cui quello di cuoco da McDonald’s. Una vera faticaccia, che l’ha portato, negli anni della maturità, a fondare con la fidanzata il DREAM Institute, un campo estivo educativo di 10 giorni in cui vengono accolti bambini di diverse età e in cui si praticano attività ludiche legate al campo dell’apprendimento, così che possano imparare senza dover faticare. Un po’ quello che era il sogno di Bezos quando invece si ritrovava a castrare tori o cuocere hamburger.
Richard Branson
Era il 1968 e Branson aveva solo 17 anni quando intraprese la sua prima avventura imprenditoriale. Si chiamava Student e si trattava di una rivista di cultura generale. Non fu un gran successo, ma lui già allora mostrò un talento vulcanico: per il primo numero riuscì a raccogliere circa 8mila dollari di pubblicità. Un’enormità. Successivamente mise in piedi un business di vendita di dischi via posta. Gli affari crebbero a tal punto che Branson decise di trasformare l’attività in un vero e proprio negozio, che si ampliò poi in uno studio di registrazione. Il nome del posto? Virgin Records. Vi dice niente?
Janet Yellen
L’attuale presidente della Federal Reserve americana è quella che si suol definire un talento precoce. Durante gli anni alla Fort Hamilton High School di Brooklyn, New York, la Yellen venne ammessa, per meriti scolastici, a uno speciale programma di studio di matematica della Columbia University. Nel 1963 si laurea e viene insignita del titolo accademico di "valedictorian", ovvero colei che, in quanto migliore tra gli studenti del suo anno, ha il compito di tenere il discorso conclusivo alla cerimonia di consegna della lauree. Contemporaneamente era anche caporedattrice del giornale locale e un suo compagno di classe ha raccontato al New York Times che una volta, per la storia della settimana, decise di intervistare… sé stessa. Di certo, già allora, non le mancavano gli attributi per ricoprire un ruolo di grande importanza come quello che ricopre oggi.