Caso Almè

Stacchetti espulso dalla Lega per aver fatto cadere Bandera. La reazione: «Se la Lega è questa, meglio le sardine»

Distanza ed incompatibilità presente e futura nel Carroccio anche per i consiglieri Tiziana Petruzzi e Paolo Gritti. Per l'ex assessore, a questo punto, sono meglio le sardine.

Stacchetti espulso dalla Lega per aver fatto cadere Bandera. La reazione: «Se la Lega è questa, meglio le sardine»
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di Bruno Silini

Non ha perso tempo il Direttivo Provinciale di Bergamo della Lega nel decidere intono agli avvenimenti che hanno portato al commissariamento del Comune di Almè con il prematuro fine mandato del sindaco (ormai ex) Massimo Bandera. In una nota il commissario provinciale Giulio De Capitani informa che il Direttivo del Carroccio ha decretato all'unanimità l’espulsione dal Movimento del militante Ferdinando Stacchetti, reo di aver affossato Bandera nonostante il suo ruolo di assessore e consigliere di maggioranza. Infatti, partecipando alla dimissioni di massa di sette consiglieri (tre di maggioranza e quattro di minoranza) Stacchetti si è reso protagonista della congiura ai danni del primo cittadino.

Inoltre, l'organo di controllo della Lega ha «censurato pesantemente ed in modo inequivocabile il comportamento degli altri due consiglieri di maggioranza». Si tratta di Tiziana Petruzzi e Paolo Gritti sostenitori della Lega, ma non militanti come Stacchetti. «Con il loro comportamento scorretto ed ingiustificato - prosegue la nota - hanno causato l’interruzione dell’eccellente lavoro svolto dal sindaco della Lega, stabilendone altresì la loro totale distanza ed incompatibilità presente e futura con il nostro movimento». Il Direttivo, infine, sottolinea «la completa vicinanza ed il convinto appoggio a Massimo Bandera per l’impegno fin qui prestato e per gli eccellenti risultati raggiunti, auspicandone una prossima riconferma a Sindaco del Comune di Almè».

«Se la questa è la Lega - commenta a caldo Stacchetti - sono meglio le sardine. Una reazione simile me l'aspettavo, tanto che due settimane fa, al senatore Roberto Calderoli, ho detto che gli avrei consegnato la tessera di militante. Lui mi ha pregato di tenerla. Al che gli risposto che l'avrei buttata nella spazzatura di casa. Bandera mi ha deluso. Ha impostato la sua campagna elettorale sulla trasparenza, ma mio malgrado mi sono accorto che di trasparenza ne ha avuta ben poca. Sono atteggiamenti dove non è la tessera che conta, bensì la rettitudine della persona. Adesso ho altre priorità. Non penso che tornerò a dedicarmi alla politica del paese. Mi darò alla pesca: almeno i pesci non parlano».

Ad appesantire il clima c'è anche anche una denuncia ai Carabinieri per aver trovato sulle scrivanie di alcuni consiglieri, negli uffici comunali, lettere offensive e diffamatorie. I "postini" hanno evitato di imbucare le lettere nella cassetta fuori dal Municipio per non essere sorpresi dalle telecamere, ma sono entrati all'interno lasciando, senza essere visti, le missive bollenti.

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