Fontana e il divieto di spostamenti a Natale: «Assurdo, d'accordo con chi li violerà»
Il presidente della Lombardia è tornato ad attaccare il Governo dalle colonne del quotidiano Libero, chiedendo che questa restrizione sia rivista
«Le lettere inviate al giornale da chi annuncia che violerà i divieti previsti dal governo per Natale? Sono d'accordo con loro». Il divieto di spostarsi dal proprio comune nei giorni del 25 e 26 dicembre e del 1 gennaio continua ad essere aspramente criticato, così come quello di uscire dalla propria Regione (anche se zona gialla) dal 21 dicembre al 6 gennaio. Soprattutto dal presidente lombardo Attilio Fontana che, dopo averlo definito «lunare» e aver sottolineato il discrimine creato tra chi abita in una grande città e i residenti di un piccolo paesino isolato, torna ad attaccare il Governo dalle colonne del quotidiano Libero, giustificando tutti coloro che decideranno di non rispettare la norma.
Un affondo non propriamente diplomatico, che rischia di compromettere ulteriormente un dialogo tra Stato e Regioni ormai logoro e che, nel caso specifico della Lombardia, pare ormai incanalato inesorabilmente lungo un binario morto. L’auspicio di Fontana, condiviso anche da altri presidenti di Regione, è che Palazzo Chigi torni sui propri passi e riveda la norma. «Dal punto di vista epidemiologico non ha senso che sia considerato sicuro muoversi per le visite nel proprio Comune e sia definito pericoloso andare a trovare qualcuno che abita nel paese di fianco. Siamo ancora in tempo comunque, basta che ci sia la volontà politica. Ho chiesto al premier Conte di intervenire».
Durante l’intervista, Fontana ha poi ribadito il proprio malumore per le modalità adottate dall’Esecutivo nel condividere con i governatori le restrizioni che sarebbero entrate in vigore di lì a poco. «Ci era stato detto che avremmo ricevuto una copia del Dpcm e che l'avremmo discussa e invece ci siamo visti recapitare un decreto nel cuore della notte, senza darci la possibilità di discutere. Se ci avessero ascoltato forse avremmo evitato delle storture palesi, come la decisione di vietare la circolazione tra Regioni a partire dal 21 dicembre».