Bergamo meglio di Brescia e Cremona

Foppolo, Comune spendaccione? A volte anche i numeri mentono

Foppolo, Comune spendaccione? A volte anche i numeri mentono
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Negli ultimi anni, i Comuni italiani, così come tutti gli altri enti locali del nostro Paese, non possono più affidarsi agli incarichi esterni con la leggerezza di una volta. Questione di spending review, come si suol dire in questi casi, ma anche e soprattutto di legge: una normativa, infatti, prevede che i sindaci possano fare ricorso alle consulenze soltanto se non hanno la possibilità di affidare il compito a un proprio dipendente. Una legge che ha dato un bel taglio a un sistema che, in passato, veniva usato con una certa leggerezza, ogni tanto anche per fare favori ad amici e amici di amici. Talvolta, però, affidarsi a professionalità esterne è una necessità. Opepolis, associazione specializzata nell'analisi di open data che si occupa di progetti open source per l'accesso alle informazioni pubbliche promuovendo la trasparenza e la partecipazione democratica dei cittadini della rete, ha stilato una classifica, partendo dai bilanci comunali del 2013, per vedere quanto spendono ogni anno i sindaci per gli incarichi professionali esterni. Nella graduatoria si può vedere il costo pro capite per ogni Comune, ovvero quanto ogni cittadino sborsa annualmente per pagare consulenze esterne richieste dai proprio amministratori locali.

 

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[La tabella pubblicata dal Corriere della Sera Bergamo]

 

Più il Comune è piccolo, più spende. E tra i Comuni più "spendaccioni" (almeno all'apparenza) troviamo diversi paesi delle montagne bergamasche. Su tutti Foppolo, secondo in Lombardia e ottavo in Italia per spesa pro capite relativa alle consulenze esterne con 420,13 euro l'anno. Una cifra decisamente alta che si vedono costretti a pagare i 208 residenti. Ma analizzando il caso di Foppolo si può intuire come questa classifica, per quanto trasparente e stilata considerando soltanto i freddi numeri, non dica tutta la verità. Foppolo, infatti, è un Comune piccolo, ma che nei mesi invernali raggiunge anche le 10mila presenze. E spesso a pagare i servizi per i turisti sono proprio i residenti. Lo ha spiegato bene al Corriere della Sera Bergamo il sindaco di Foppolo, Giuseppe Berera: «Il numero esiguo dei miei concittadini fa balzare in alto la cifra pro capite». Berera porta l'esempio del servizio di sgombero della neve dalle strade, che costa circa 150mila euro l'anno ed è appaltato a una ditta esterna: «Per non esternalizzarlo avrei bisogno di 7, 8 dipendenti, che non ho in organico - sottolinea il primo cittadino -. La consulenza non è una scelta, ma una necessità. Queste classifiche ci fanno sembrare non virtuosi, ma non è così».

La dimostrazione che quanto affermato da Berera è vero arriva anche dal suo collega Luigi Mazzucotelli, sindaco di Blello, Comune di appena 73 abitanti ma secondo tra quelli bergamaschi che più spendono per consulenze esterne con 205,08 euro pro capite l'anno (terzo in Lombardia, 23esimo in Italia): «Abbiamo un impiegato per 6 ore la settimana, una ragioniera per altre 3 e nemmeno uno stradino - spiega Mazzucotelli -. Se un cittadino chiede di ristrutturare casa, ci serve un tecnico esterno per la pratica edilizia. E le spese salgono». Stessa situazione per il piccolo paese di Averara, 182 abitanti e una spesa annuale pro capite per consulenze esterne pari a 60 euro (25esimo in Lombardia, 176esimo in Italia): «Non abbiamo un ufficio tecnico strutturato, non potremmo permettercelo - racconta al Corriere il sindaco Mauro Egman -, ma ci avvaliamo di un tecnico esterno che ci costa circa 6mila euro l’anno. Anche il messo comunale non è un nostro dipendente, ma è assunto da una cooperativa: questo ci fa lievitare i costi». Secondo Berera, il problema sta anche nel contributo che questi piccoli Comuni sono costretti a versare ogni anno a Roma: «Roma ci trattiene ogni anno dai 350 ai 400mila euro per il Fondo di solidarietà comunale - spiega il sindaco di Foppolo -. Sono soldi che vanno ad altri enti locali. E i miei concittadini contribuiscono ad arricchire questo fondo con quasi 2mila euro a testa». Gli altri Comuni bergamaschi che spendono di più per gli incarichi esterni sono, dopo Foppolo e Blello, Valleve (109,27 euro pro capite, nono in Lombardia e 63esimo in Italia), Cassiglio (83,32 euro, 12esimo in Lombardia e 99esimo in Italia), Azzone (77,66 euro, 13esimo in Lombardia e 116esimo in Italia), Carona (70,90 euro, 17esimo in Lombardia e 132esimo in Italia) e Valsecca (61,34 euro, 24esimo in Lombardia e 171esimo in Italia), che precede Averara.

 

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I virtuosi: Bergamo, Scanzorosciate e Torre Boldone. Più piccoli si è, dunque, più si è "spendaccioni", dimostrazione che forse è una questione di necessità e non tanto di manica larga. Non a caso le posizioni di fondo della classifica stilata da Openpolis sono occupate dai Comuni più grandi. Una nota di merito, però, va al Comune di Bergamo, che vanta una spesa pro capite annuale di appena 0,03 euro, decisamente più bassa rispetto a quella di altre città medio-grandi come Brescia (4 euro di spesa pro capite), Cremona (3 euro) e Mantova (2 euro). Il Corriere spiega addirittura che se si considerasse il 2014, Bergamo toccherebbe quota zero, non avendo mai fatto ricorso a consulenze esterne. Tra i Comuni bergamaschi, Scanzorosciate e Torre Boldone sono tra i più virtuosi e fortunati, visto che possono sfruttare le competenze di assessori o dipendenti comunali evitando così inutili esternalizzazioni. Non tutti, però, hanno questa fortuna. E definire "spendaccione" un paese di un centinaio di abitanti costretto a dover fare affidamento su professionalità esterne per risolvere alcuni problemi è ingiusto. Dimostrazione che, a volte, anche i numeri possono non raccontare tutta la verità.

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