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Le foto osé rubate alle star Internet è davvero sicuro?

Le foto osé rubate alle star Internet è davvero sicuro?
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La diffusione delle foto osé di alcune star hollywoodiane, messe in circolazione su siti come Reddit e 4chan, è iniziata domenica pomeriggio. Gli account iCloud di Jennifer Lawrence, Serena Gomez, Kim Kardashia, e tante altre, hanno infatti subito l’attacco di abili hacker. Il clamore mediatico ha assunto i consueti toni dello scandalo sensazionale, ma la faccenda potrebbe presentare dei risvolti un po’ più preoccupanti anche per le persone comuni – e per chi non ha la curiosa abitudine di fotografarsi senza vestiti.

Apple sta investigando sull’accaduto, mentre le autorità statunitensi cercano di disperdere la nebbia che avvolge gli hacker responsabili della violazione di privacy. Ma ciò che ha destato maggiore preoccupazione è il fatto che l’impresa dei pirati informatici potrebbe essere stata agevolata da falle interne ai sistemi di protezione password del colosso californiano. ICloud, il programma Apple che permette di salvare file privati online, così da averli a portata di mano (di clic, pardon), dovunque ci si trovi e da qualunque dispositivo, avrebbe già mostrato di avere problemi inerenti alla sicurezza dei dati.

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TheNextWeb aveva messo in guardia gli utenti, informandoli dell’esistenza di un programma in grado di provare molteplici password su iCloud e di bypassare il blocco che s’innesca quando si inseriscono troppe parole d’ordine sbagliate.
Lo stesso problema si sarebbe verificato con Trova il mio iPhone. In questo caso, però, la notizia è stata diffusa solo 36 ore prima della comparsa delle prime foto compromettenti, perciò pare poco probabile che gli hacker abbiano potuto approfittarne. Ancora, Mashable, a fine agosto, parlava di una infrazione alla sicurezza dell’app Portachiavi, un sistema che fornisce quattro cifre numeriche come ulteriore verifica dell’identità dell’utente: gli hacker avrebbero trovato un modo per accedere ai dati da offline. Apple ha però provveduto a riparare il guasto.

Benché non ci sia prova alcuna che le violazioni agli account di tante celebrità siano state agevolate dai difetti della protezione dati della Apple, l’episodio rispolvera la questione di quanto ci si possa davvero affidare alla sicurezza informatica. Se non siamo amanti del rischio e se disponiamo di documenti top secret che, divulgati, farebbero la nostra rovina, parrebbe quasi meglio tornare a confidare nella buona vecchia carta. E nelle casseforti a prova di Lupin.

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