Procura di Bergamo

Fuga di notizie sull'inchiesta Covid, Chiappani sulle ispezioni: «La gente ha il diritto di sapere»

L'invio dei funzionari del Ministero annunciata dopo l'interrogazione del deputato Enrico Costa sulle dichiarazioni alla stampa

Fuga di notizie sull'inchiesta Covid, Chiappani sulle ispezioni: «La gente ha il diritto di sapere»
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Della notizia dell’invio degli ispettori alla Procura di Bergamo deciso dal Ministero della Giustizia per la presunta fuga di notizie riguardante l'inchiesta Covid, il procuratore capo Antonio Chiappani è venuto a conoscenza ieri, martedì 4 aprile, soltanto attraverso un'agenzia dell'Ansa e poche ore prima di partecipare a un convegno sulla riforma Cartabia.

«Sono inquisito di divulgazione e vengo a saperlo da un’agenzia stampa - ha detto proprio Chiappani nel suo intervento al convegno -. Vuol dire che il peccato lo fanno in tanti e non solo il sottoscritto».

Quelle interviste a inchiesta chiusa

Le interviste rilasciate da Chiappani stesso dopo la chiusura dell'indagine di Bergamo e dal microbiologo Andrea Crisanti, consulente tecnico della Procura di Bergamo per l’inchiesta Covid, hanno suscitato la perplessità del responsabile Giustizia di Azione-Italia Viva, Enrico Costa. Il deputato ne ha chiesto conto in un’interrogazione e, durante un question time alla Camera, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari ha anticipato le ispezioni in Procura a Bergamo per appurare eventuali illeciti disciplinari.

Tuttavia, lo stesso Ostellari ha precisato che «fatte salve le opportune verifiche, le dichiarazioni rese dal procuratore sono intervenute in seguito alla conclusione dell’attività investigativa». La notifica della chiusura delle indagini, recapitato anche agli indagati, sarebbe inoltre giunta nel momento in cui i documenti erano da considerarsi pubblici. Dove sarebbe quindi il problema? Come detto, i chiarimenti richiesti dall’onorevole Costa riguarderebbero le numerose interviste di Chiappani e le ospitate in tv di Crisanti.

Il politico ha infatti chiesto se «quanto avvenuto sia consentito dalle disposizioni di legge che disciplinano la comunicazione giudiziaria e tutelano la presunzione di innocenza» in base alla riforma Cartabia e ha presentato la domanda per delle verifiche.

La "difesa" di Chiappani

«Durante l’inchiesta - ha proseguito Chiappani durante il convegno - abbiamo scoperto che il piano pandemico non è mai stato aggiornato. La gente non ha diritto di saper questo? Qui ci sono stati morti. Mi si è detto che non è compito del pm, accusandomi di fare il sociologo, il medico, il politico».

Il magistrato ha poi fatto notare che «in questo momento nell’indagine Covid potrebbe essere importante l’incidenza del piano pandemico. Non so se la mancata attuazione ha un nesso di causalità. È un discorso giuridico che si affronterà. Ma io devo tacere il fatto? Io devo dare un’informazione completa, rischiando di fare il sociologo e delegittimare l’inchiesta, come è stato detto nei miei confronti».

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