Una lunga storia che continua

La fuga via mare dei cubani (e si teme un esodo di massa)

La fuga via mare dei cubani (e si teme un esodo di massa)
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Negli anni Novanta succedeva che Stati Uniti e Cuba si incontrassero per discutere sulle misure da applicare in materia di politica migratoria. L’ultima volta fu nel 1999, e si parlò di eventuali modifiche agli accordi firmati tra il 1994 e il 1995, quando i due paesi si misero d’accordo su una Dichiarazione Congiunta. Essa si proponeva di: dare soluzione al problema degli immigrati illegali cubani nella Base Navale di Guantánamo mediante l’accettazione mutua del fatto che entreranno negli Stati Uniti; impegnarsi nel rimpatrio a Cuba degli immigranti illegali cubani che siano intercettati in alto mare dalle autorità degli Stati Uniti, o che entrino illegalmente nella Base Navale di Guantánamo, con la precisazione che non vengano adottate rappresaglie contro di loro al ritorno ai loro luoghi di residenza a Cuba; ritorno a Cuba dei cittadini cubani internati nella Base Navale di Guantánamo che il Governo degli Stati Uniti considera "inammissibili". Da allora, non ci sono più state consultazioni, fino all’incontro di Washington, avvenuto nel gennaio 2011 e a quello del 2013, di nuovo ospitato dalla capitale statunitense.

In quell’occasione i due paesi si riunirono per discutere della liberazione di Alan Gross, il contractor del dipartimento di Stato detenuto a Cuba dal 2009 per aver introdotto strumenti di comunicazione vietati. La delegazione cubana ha criticato la politica “wet foot, dry foot” degli Stati Uniti, che causerebbe l'aumento delle migrazioni illegali, poichè garantisce ai cubani giunti sul suolo americano di non essere rimpatriati.Del resto, anche il Servizio di Guardacoste degli Stati Uniti avverte dell’aumento del contrabbando di persone tra Cuba e Stati Uniti. Negli ultimi 12 mesi, sono stati venticinquemila i cubani entrati illegalmente negli USA, via terra e via mare. Rispetto agli ultimi due anni, il loro numero è raddoppiato e «potrebbe essere avvisaglia di un esodo di massa». Il viaggio in mare viene affrontato in maniera del tutto inadeguata e tale da mettere in serio pericolo le vite delle persone: se nel 2008 il 20 percento dei viaggi era improvvisato, l'anno scorso lo era l'87 percento, secondo la Guardia costiera americana. «Credo sia in corso un silenzioso esodo di massa. Siamo tornati ai tempi, come nel 1994, quando le persone costruivano piccole strutture galleggianti e partivano nell'oceano, con o senza familiari», dice Ramón Saúl Sánchez, leader cubano in esilio a Miami.

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La questione dell’immigrazione cubana negli Stati Uniti ha una storia lunga mezzo secolo. Dopo la Rivoluzione cubana che portò Fidel Castro al governo dell’isola, gli Stati Uniti concedettero agli emigrati provenienti da Cuba lo status di "rifugiati", anche se spesso il termine veniva impiegato in modo improprio, e incoraggiavano l’ingresso di professionisti e di tecnici qualificati,per rallentare lo sviluppo economico e sociale di Cuba. Il 28 giugno 1962, il presidente Kennedy firmò l’Atto di Assistenza alla Emigrazione e ai Rifugiati dell’Emisfero Occidentale e introdusse agevolazioni finanziarie che sostenevano gli immigrati cubani. Dopo Kennedy, anche Johnson si occupò della faccenda, emettendo nel 1965 un altro Atto, di Immigrazione e Nazionalità. Esso introduceva delle restrizioni nella definizione di “rifugiati” e nella formulazione di leggi sull’immigrazione, che avrebbero dovuto tenere conto delle condizioni di lavoro negli Stati Uniti, della sicurezza e delle relazioni internazionali nell’emisfero occidentale.

Si è calcolato che dal 1961 al giugno 1972, anno in cui venne chiuso da Nixon, il Programma dei Rifugiati Cubani sia costato circa 727 milioni di dollari al Governo degli Stati Uniti. A partire dagli anni Settanta, invece, la politica Usa subì una svolta: fino ad allora calcolatamente permissiva, diventò molto più selettiva. Nonostante le direttive emanate dal presidente Reagan, il quale insisteva per espellere dal paese gli “indesiderabili”, lo sbarco di immigrati cubani (a questo punto clandestini) sarebbe continuato. Ed è continuato, fino ai nostri giorni.

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