Nel Comune di Seriate

Il futuro è un ritorno in patria? Ci credono in tre (su 3.345)

Il futuro è un ritorno in patria? Ci credono in tre (su 3.345)
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Due giovani sorelle pachistane insieme al figlio di una di loro potranno ritornare a casa dalle loro famiglie grazie al progetto «Ritorno Volontario Assistito e Reintegrazione» (Rvar) che darà loro diritto al biglietto aereo pagato e ad un’indennità in contanti del valore di quattrocento euro, che sarà erogata a ognuno nel momento della partenza dall’Italia.

«Le due donne che risiedevano regolarmente da circa dieci anni a Seriate e gestivano un negozio di alimentari hanno dovuto chiudere l’attività per difficoltà economiche, perdendo così il diritto al rinnovo del permesso di soggiorno», spiegano gli addetti all’Ufficio stranieri del Comune a cui si sono rivolti i fratelli delle giovani per conoscere eventuali altre modalità per farle rimanere in Italia. «Dal momento che nulla era fattibile abbiamo suggerito loro di utilizzare questa misura per rientrare a casa con un viaggio agevolato e sicuro – raccontano i funzionari dell’Ufficio –. Un consiglio che è stato subito seguito. Le sorelle, supportate nella decisione anche dai parenti, sono venute in ufficio per il colloquio di rito, accompagnate da un mediatore dei Servizi sociali, e con grande soddisfazione hanno potuto avviare le pratiche. Ora le loro domande sono in Questura in attesa di essere approvate».

 

 

L’amministrazione comunale aderisce da due anni a questa iniziativa del Ministero dell’Interno, promosso dall’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, rivolta ai cittadini stranieri regolari, a quelli irregolari e ai richiedenti asilo che vivono in situazioni di disagio o di povertà. Il provvedimento, oltre a garantire il pagamento delle spese per il viaggio di ritorno, tutela la dignità delle persone facilitandone la reintegrazione sociale e lavorativa, una volta giunte a destinazione, attraverso l’erogazione di sussidi del valore di duemila euro per i singoli e i capifamiglia, e contributi aggiuntivi di mille euro per i familiari maggiorenni a carico e di seicento euro per i minorenni a carico, che vanno richiesti all’Oim.

«Grazie ai finanziamenti che riceveranno in Pakistan, le due sorelle ci hanno raccontato di voler aprire un negozio di sartoria perché prima di approdare nel nostro Paese avevano imparato a lavorare i tessuti – spiegano i funzionari –. In generale, si sono rivolti a noi per ricevere informazioni immigrati residenti a Seriate o in provincia – specificano all’Ufficio stranieri – di età non superiore ai quarant’anni, disoccupati, in situazioni d’indigenza, spesso segnalati dai Servizi sociali con i quali operiamo in stretta collaborazione. Sono in sospeso, i casi di un cittadino turco, uno del Bangladesh e una donna senegalese con suo figlio che hanno chiesto informazioni ma nessuno dei tre si è più presentato».

 

 

Globalmente, dal 2005 al 2015 sono rientrati in patria 437.800 cittadini stranieri; con una media di 37mila rientri all’anno e il maggior numero di richieste è stato registrato nel 2016 con 81mila migranti assistiti in 151 Paesi. A Seriate, che conta una presenza di 3.345 cittadini stranieri su 25.358 abitanti, sino a oggi le pratiche di rimpatrio avviate a buon fine dall’Ufficio stranieri sono soltanto tre. Un numero davvero esiguo che il sindaco Cristian Vezzoli, cercando di interpretare il fenomeno a titolo puramente personale, spiega con «l’ancora scarsa conoscenza di questa opportunità, ma anche con la difficoltà dei cittadini stranieri di optare per una scelta irrevocabile, ammettendo così di aver fallito l’obiettivo di costruirsi qui un futuro migliore. Consapevoli di ciò che lasciano in Italia a fronte di ciò che troveranno rientrando a casa faticano a lasciare il nostro territorio, nonostante i disagi che devono affrontare. Si tratta di scelte radicali, casi limite che non credo siano dettati dalla nostalgia o dall’attaccamento alle proprie radici o alla propria cultura perché se si vogliono visitare le famiglie d’origine è sempre possibile allontanarsi dall’Italia anche per lunghi periodi. Siamo comunque fiduciosi che una più ampia divulgazione delle informazioni relative a questa misura possa contribuire ad ampliarne l’utilizzo».

 

 

Per questa ragione, è stato organizzato nelle scorse dall’Ufficio Stranieri del Comune un incontro a cui hanno partecipato Alice Cavallazzi, counsellor regionale per la Lombardia dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e alcuni rappresentanti della Questura di Bergamo e della Provincia. L’iter burocratico prevede che, dopo un colloquio tra il cittadino straniero e un funzionario che raccoglie la sua testimonianza e le motivazioni per rientrare a casa, le interviste vengono trasmesse a un operatore dell’Oim che valuta la validità della richiesta insieme agli uffici della Questura e della Prefettura. Se la domanda viene approvata i cittadini stranieri vengono assistiti negli uffici del Consolato per la richiesta del passaporto, nel caso in cui ne fossero sprovvisti, e vengono poi accompagnati in aeroporto a Roma dove funzionari Oim provvedono all’assistenza aeroportuale alla consegna dei documenti di viaggio oltre ai sussidi previsti che potranno essere impiegati per far fronte alle prime necessità di reinserimento nella vita di tutti i giorni.

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