Che orgoglio

Papa Francesco ha nominato il bergamasco mons. Pizzaballa patriarca di Gerusalemme

Il francescano, originario di Cologno al Serio, è ufficialmente "Sua Beatitudine". In Terra Santa dal 1990, nel 2016 era stato ordinato Vescovo nella Cattedrale di Bergamo

Papa Francesco ha nominato il bergamasco mons. Pizzaballa patriarca di Gerusalemme
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di Giambattista Gherardi

Da oggi in poi sarà “Sua Beatitudine”, titolo riservato ai patriarchi cristiani di rito orientale e, appunto, al patriarca di Gerusalemme dei Latini. Papa Francesco ha annunciato sabato 24 ottobre la prestigiosa nomina del bergamasco mons. Pierbattista Pizzaballa, che negli ultimi quattro anni aveva rivestito la carica di Amministratore Apostolico del Patriarcato.

Nato il 21 aprile 1965 a Cologno al Serio (frazione Liteggio, da una famiglia originaria di Brignano), monsignor Pizzaballa si è formato nel Seminario minore della Provincia francescana di Cristo Re, a Bologna, e il 5 settembre 1984 ha iniziato il noviziato francescano nel convento di La Verna. Qui ha emesso la professione temporanea il 7 settembre 1985 e, a Bologna, la professione perpetua il 14 ottobre 1989. Trent’anni fa, il 15 settembre 1990, è stato ordinato presbitero nella Cattedrale di Bologna dal cardinale Giacomo Biffi, mentre il 10 settembre 2016 è stato ordinato Vescovo nella Cattedrale di Bergamo.

Mons. Pierbattista Pizzaballa

Mons. Pizzaballa arrivò in Terra Santa all’indomani dell’ordinazione presbiterale, il 7 ottobre 1990, divenendo in seguito professore di Ebraico biblico alla Facoltà Francescana di Scienze Bibliche e Archeologiche di Gerusalemme. Ha iniziato il proprio servizio nella Custodia di Terra Santa nel 1999 ed è stato nominato “Guardiano del convento dei Santi Simeone e Anna” a Gerusalemme. Il Definitorio Generale dell’Ordine dei Frati Minori lo ha eletto Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion nel maggio 2004, incarico che ha mantenuto fino all’aprile 2016, quando Papa Francesco lo ha nominato Arcivescovo Titolare di Verbe e Amministratore Apostolico (sede vacante) della Diocesi Patriarcale di Gerusalemme dei Latini. Ora la nomina da titolare, che riempie di gioia la comunità di Cologno (dove ancora vive la mamma) e l’intera Diocesi di Bergamo. A farsi portavoce dell’emozione condivisa è stato il Vescovo mons. Francesco Beschi, che ha diffuso il testo del messaggio rivolto al neo Patriarca.

«Siamo tutti consapevoli - scrive il Vescovo di Bergamo - che la guida della diocesi di Gerusalemme, che assurge sin dai primi secoli del cristianesimo al titolo di Patriarcato, è un compito non solo di grande dignità, ma anche di grande responsabilità per la regione geografica che coincide con la terra di Gesù, per la storia della Chiesa e del cristianesimo, per l’attuale situazione che vede la presenza in Terrasanta di tutte le Chiese cristiane e delle grandi religioni Ebraica e Islamica, per la vita delle comunità cristiane di rito latino, formate soprattutto da arabi e palestinesi, per la delicata situazione geopolitica che caratterizza l’intero Medio Oriente. Proprio questi e altri motivi, ci fanno particolarmente apprezzare la decisione del Papa di designare monsignor Pierbattista come Patriarca di Gerusalemme. Molti bergamaschi lo hanno potuto conoscere al di là dei confini della sua Comunità natale e altrettanti lo hanno potuto incontrare nei pellegrinaggi in Terrasanta, che han visto la nostra Diocesi tra le prime al mondo per numero di pellegrini.

Desidero manifestare a lui i nostri sentimenti di profondo compiacimento e di vicinanza fraterna, accompagnandolo con la nostra corale preghiera in questo servizio che diventa ancor più impegnativo. L’affetto e la considerazione della sua Diocesi natale, confido li avverta, da oggi, ancora più intensi».

Martedì 27 ottobre alle 18.30 mons. Pizzaballa potrà salutare i bergamaschi attraverso una diretta streaming diffusa attraverso la pagina Facebook di “Molte Fedi”, durante la quale dialogherà con Daniele Rocchetti, presidente delle Acli provinciali. Un fuori programma che unirà ulteriormente “Sua Beatitudine” alla nostra terra.

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