Gianfranco Ceci, sarà lei l’anti-Gori? «Ci sono, ma deciderà la coalizione»
«Non mi sono autocandidato. Voglio che questo sia chiaro». Gianfranco Ceci, ex vicesindaco nella Giunta Tentorio e storico volto cittadino di Forza Italia, allontana così le tante voci circolate nelle ultime settimane che lo descrivono come particolarmente interessato al ruolo di candidato sindaco del centrodestra alle prossime elezioni per Palazzo Frizzoni. «Fare un nome è ancora prematuro - aggiunge -. E comunque il candidato uscirà da un confronto tra i vari soggetti facenti parte della coalizione. Prima viene il programma, poi la scelta dell’uomo migliore per rappresentarlo». Anche Ceci dunque, proprio come un po’ tutti gli esponenti bergamaschi di Forza Italia e Lega, rimandano la decisione del candidato sindaco alla fine di novembre. Il primo fondamentale test sulla tenuta della coalizione, intanto, sarà tra pochi giorni, quando il 31 ottobre verrà eletto il nuovo presidente della Provincia. Il centrodestra sostiene, unito, Fabio Ferla, sindaco di Calvenzano; il Pd darà il suo voto, invece, a Gianfranco Gafforelli, sindaco di Calcinate. A quel punto, se la coalizione si sarà mossa compatta nella stessa direzione, si inizierà a parlare del voto del maggio 2019 in città.
Però, Ceci, si dice che a lei piacerebbe molto candidarsi...
«Sono ventiquattro anni che mi dedico alla politica cittadina. È una sorta di volontariato civico, il mio. Non è questione di tenerci o meno, ma di voler continuare a fare qualcosa per Bergamo».
Quindi si candiderà?
«Gliel’ho detto, sarà la coalizione a scegliere il nome migliore».
Forza Italia la candiderebbe?
«Il mio partito sì. Non ci sono correnti e il merito è tutto dell’ottimo lavoro svolto in questi anni da Paolo Franco. Siamo uniti e sono certo che Forza Italia mi candiderebbe».
Quindi il problema è il centrodestra unito.
«Non è un problema, il centrodestra unito è una forza. E sono il primo a dire che il nome del candidato sindaco della coalizione deve arrivare dal dialogo tra tutte le forze del centrodestra. Tutte: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ma anche eventuali liste civiche».
Si sta già muovendo qualcosa in termini di liste civiche?
«Ho la netta sensazione che molti comitati nati in questi anni possano voler avere una voce in capitolo e possano quindi portare alla nascita di una o più liste civiche».
Perché, se non si è autocandidato, il suo nome circola con tanta insistenza?
«La mia storia racconta di ventiquattro anni in Consiglio comunale, sempre tra i primi eletti. Sono stato capogruppo, vicepresidente del Consiglio, presidente del Consiglio, assessore e vicesindaco. Forse è questa esperienza ad aver portato il mio nome nella rosa dei papabili».
Chi rientra in questa rosa?
«Sarà ristretta, molto ristretta. Pochi nomi, forse anche dal civismo, mondo di cui, tra l’altro, ritengo di far parte visto che ho sempre lavorato».
Ci può fare qualche nome?
«I nomi sono quelli che sapete già».
Quindi Ceci, Stucchi, Ribolla.
«E Andrea Tremaglia no? E Alessandra Gallone? E Tommaso D’Aloia? Anche loro meritano di essere messi in questa rosa secondo me».
Il problema è che la Lega è più forte, al momento.
«Questo è indubbio, sono loro l’elemento forte della coalizione oggi. Ma in passato, quando eravamo noi ad avere il trenta per cento dei consensi, abbiamo sempre e comunque dato spazio a tutti».
Però è legittimo credere che la Lega voglia una sorta di “priorità” sul nome del candidato sindaco, no? Soprattutto dopo aver deciso...