Promessa mantenuta

Gilet arancioni in centro a Bergamo, la Questura ha già identificato diversi partecipanti

Le forze dell'ordine avevano annunciato sanzioni dopo gli assembramenti del 30 maggio e sta procedendo con le indagini. Esclusa per ora l'ipotesi penale di istigazione alla disobbedienza per il leader Pappalardo

Gilet arancioni in centro a Bergamo, la Questura ha già identificato diversi partecipanti
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«Poche decine di sciamannati», li aveva definiti il sindaco Giorgio Gori. A cui non è proprio andata giù (così come a tanti bergamaschi) quella manifestazione tenutasi il 30 maggio a Bergamo da parte dei "gilet arancioni", il movimento capeggiato dell'ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo che chiede la caduta del Governo, ma soprattutto che contesta le misure di contenimento del Covid affermando che si tratti sostanzialmente di una messa in scena per poter limitare le libertà costituzionali degli italiani. Affermare cose del genere nella città che ha pagato il prezzo più alto, in termini di vite umane, al virus, non è stata certo una genialata, tant'è che di persone al seguito di Pappalardo, il 30 maggio, ce ne erano assai poche. Ma tutte comunque senza mascherine e assembrate, vicine vicine.

I gilet arancioni a Bergamo il 30 maggio

Da qui l'annuncio della Questura, che nei giorni scorsi ha promesso che avrebbe analizzato le indagini per identificare e multare quante più persone possibili tra i partecipanti alla manifestazione. E, a partire da lunedì 1 giugno, le forze dell'ordine si sono messe in moto: stando alle prime informazioni, oltre a Pappalardo sarebbero poco meno di una decina le persone già identificate. La difficoltà è data dal fatto che la maggior parte delle persone presenti, in realtà, non erano bergamasche e dunque risulta più complicato il loro riconoscimento da parte della Questura locale.

Per il momento è esclusa l'ipotesi dell'accusa penale di istigazione alla disobbedienza, dato che Pappalardo, pur contestando il suo utilizzo e non usandole lui stesso, non avrebbe mai invitato i presenti a non indossare le mascherine, violando così l'ordinanza regionale in vigore.

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