Esposto alla Corte dei conti

Gioco d'azzardo, carica dei tabaccai Chiesti i danni anche al sindaco Gori

Gioco d'azzardo, carica dei tabaccai Chiesti i danni anche al sindaco Gori
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I tabaccai, a livello nazionale, riaccendono la battaglia con quei sindaci che hanno limitato il gioco d'azzardo nelle loro città. Una lotta senza quartiere, dove tutti i colpi sono ammessi. Poi bisogna vedere se vanno a segno. Adesso sono passati all'esposto alla Corte dei Conti della Lombardia. L'accusa? Danno erariale: i primi cittadini avrebbero causato una diminuzione delle entrare derivanti dalla tassazione del gioco legale pari a 2,5 miliardi di euro l'anno a livello nazionale. Chi ce li mette, ora? Proprio i sindaci, secondo la Fit (Federazione Italiana Tabaccai), attingendo dai patrimoni personali. Una mossa fuori dagli iter tradizionalmente tracciati per battaglie legali di casi come questi, dunque. Anche perché in realtà la regolamentazione a livello amministrativo locale di questo tipo di attività è una novità. Per Giorgio Pastorino, presidente nazionale del Sindacato Totoricevitori sportivi della Fit, gli amministratori starebbero intervenendo su una materia su cui non hanno competenze, causando invece un calo del fatturato con la flessione del 20-30% nella vendita di tutti i giochi. Questo nonostante i tabaccai siano «concessionari dello Stato: vendono per lo Stato tabacco, servizi e giochi legali». Ci si lamenta poi del fatto che, agendo a macchia di leopardo, si finisce solo per spostare il problema altrove. Nei Comuni vicini che l'ordinanza non ce l'hanno, in primis.

 

CANTU' - FEBBRE DA VINCITA AL GRATTA E VINCI NELLE RICEVITORIE

 

Distinguo del sindacato tabaccai bergamasco. Luca Mangili, referente della Federazione tabaccai di Bergamo, non è d'accordo con la mossa a livello nazionale: «Mi dissocio da questa azione perché con l’amministrazione comunale di Bergamo c’è collaborazione e ci si sta confrontando. Un esposto interromperebbe questo percorso».

Gori in cima alla lista nera. Il primo ad essere colpito dall'esposto denuncia è il sindaco di Bergamo, che a giugno ha approvato la famosa ordinanza, la prima di questo tipo, «per contrastare fenomeni patologici connessi al gioco compulsivo». Secondo l'esposto presentato il danno provocato dall'ordinanza di Gori sarebbe di 7,6 milioni l'anno nel solo comune di Bergamo. L'ordinanza di Gori per la prima volta blocca anche le puntate su eventi sportivi e la vendita di biglietti delle lotterie istantanee (i gratta e vinci) dal tabaccaio. Il gioco è bandito al mattino (dalle 7.30 alle 9.30), durante la pausa pranzo (dalle 12 alle 14) e all’ora di cena (tra le 19 e le 21). Un regolamento anti-ludopatia con cui il Comune si propone di salvaguardare «la salute pubblica, il risparmio familiare, la serenità domestica, l’integrità del tempo di lavoro, la sicurezza e il decoro urbani». Si salvano dalla scure solo il bingo, che secondo la giunta Gori mantiene come «elemento preponderante» lo stare in compagnia, il lotto e il totocalcio «caratterizzati da modalità e tempistiche che esulano dal gioco compulsivo». Poi l'esempio è stato seguito da altri sindaci. «Secondo Pastorino - replica Gori su L'Eco di Bergamo -, a tre mesi e mezzo dall’entrata in vigore dell’ordinanza si registra un calo del consumo di gioco, che porterebbe un danno di 7,6 milioni di euro: il che significa che su Bergamo si sarebbe registrato un abbassamento del consumo di gioco pari al 27%. Se questi dati fossero veri non potremmo che rallegrarci, poiché il 27% di 284,7 milioni corrisponderebbe a ben 76 milioni di euro in un anno. Una cifra ragguardevole,che, se si riversasse nell’economia reale, come auspichiamo,porterebbe nelle casse dello Stato un gettito certamente superiore al 10%. La denuncia alla Corte dei Conti sembra più un modo per intimidire i sindaci, che ovviamente non si faranno spaventare».

Cosa è successo prima. I tabaccai avevano già tentato di impugnare l'ordinanza comunale di Bergamo al Tar, dove l'udienza è attesa per febbraio. L'accusa è la violazione della libertà di iniziativa economica in un settore legale essendo i tabaccai concessionari statali per il gioco legale e autorizzati dalle questure. L’ordinanza del Comune di Bergamo sugli orari del gioco d’azzardo lecito, inoltre, non è piaciuta ai big del settore. Lottomatica e Lotteria Italia si sono unite alla battaglia: un ampio fronte nazionale, dunque. Nel frattempo il Comune di Bergamo ha segnato un punto a suo favore: il Tar di Brescia ha respinto la richiesta di due centri scommesse di Bergamo, la «Bpr srl» di via Corridoni e la «Betting Vip», di via Carducci, di sospendere, in attesa del giudizio finale, l’ordinanza firmata dal Gori. Secondo i giudici manca l’urgenza che dovrebbe caratterizzare l’istanza.

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