L'allarme

«Gli anziani morti nelle Rsa bergamasche con sintomi da Covid sono almeno 500»

A dichiararlo è stata Paola Pedrini, segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale Lombardia, che non è d'accordo con l'ipotesi di ricoverare nelle case di riposo pazienti affetti da Coronavirus

«Gli anziani morti nelle Rsa bergamasche con sintomi da Covid sono almeno 500»
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Sappiamo benissimo che sono la parte di comunità più fragile, quella che davanti a questa emergenza rischia di più. Così come è noto, purtroppo, che i decessi nelle ultime settimane in diverse Rsa bergamasche sono stati numerosi. Una strage, là dove il Coronavirus è riuscito a "entrare" in queste strutture. Ma silenziosa, perché spesso i tamponi non sono mai stati fatti purtroppo e, quindi, queste vittime non sono mai rientrate nel conteggio ufficiale delle vittime del Covid-19.

Ora, però, c'è un dato, finalmente. A fornirlo è Paola Pedrini, segretario generale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lombardia, che nel pomeriggio di mercoledì 25 marzo ha dichiarato: «La situazione nelle Rsa è veramente tragica. Solo nella provincia di Bergamo si sono verificati cinquecento decessi nelle ultime settimane, tutti correlabili alla Covid-19. Ci sono stati contagi perché non è stata fatta una chiusura precoce dei servizi e il virus si è diffuso, arrivando gente dall’esterno in visita agli anziani. Gli ospiti delle Rsa sono pazienti più fragili e quindi a rischio».

Le dichiarazioni della dottoressa vanno in una direzione: evitare che alcuni pazienti Covid in ripresa o in condizioni non gravi vengano ricoverati in stanze (isolate, ovviamente) di alcune Rsa. Un'ipotesi prevista da Regione Lombardia e già attuata, sebbene con molta prudenza, in Bergamasca. Pedrini, al riguardo, commenta: «È criminale l’idea di usare queste strutture per collocare le persone ancora positive al virus, anche se vi fossero disponibili aree separate».

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