I loro incarichi importanti

I 30 avvocati più potenti d'Italia

I 30 avvocati più potenti d'Italia
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«In Italia, oggi, i professionisti legali sono in numero enormemente superiore ai bisogni sociali». Di primo acchito, potrebbe tranquillamente sembrare una dichiarazione di ieri o di settimana scorsa. E invece, a pronunciarla fu Piero Calamandrei nel lontano 1921.

Ci sono troppi avvocati. Se già quasi un secolo fa il problema del sovrannumero di avvocati era particolarmente percepito, figurarsi oggi, nel 2014: la Corte di Cassazione, nel 2011, per ogni giudice rilevava 32 avvocati, contro gli 8 della Francia e i 5 dell’Inghilterra. Allo stesso modo risultava anomalo il rapporto avvocati-abitanti: 332 legali per 100 mila cittadini, contro i 75 della Francia.

Spesso l’Europa e l’Antitrust hanno sostenuto che, in un libero mercato dei servizi, la moltiplicazione degli operatori è sempre un dato positivo a favore della concorrenza. Nel caso della classe forense, però, l’elevato numero di professionisti grava sul già pesante bilancio della giustizia italiana, che, con più di sei milioni di processi civili pendenti e oltre tre nel penale, non riesce a far fronte al tasso di litigiosità degli italiani. Gli avvocati, infatti, da una parte offrono un servizio al cittadino, ma dall’altra ne richiedono uno allo Stato. Si assiste, quindi, con sempre più allarmante frequenza, al fenomeno della cosiddetta domanda anomala di giustizia, ossia di un’abnorme reiterazione di iniziative giudiziarie per questioni di carattere seriale e di modesto valore economico, che intasano i tribunali di primo grado, impegnando, in modo sproporzionato all’interesse tutelato, le energie di giudici e di personale amministrativo e contribuendo in modo determinante alla dilatazione dei tempi medi di durata dei processi.

La logica conseguenza è il crescente numero di legali a basso reddito, cosa che non è sfuggita alla Cassa forense (l’ente di previdenza e assistenza degli avvocati), che non a torto li ha definiti “proletari dell’avvocatura”. C’è una fetta di iscritti (il 37,5 percento), infatti, che non arriva ai 16.000 euro l’anno. E ci sono addirittura 56 mila legali sotto i 10.300 euro.

I 30 avvocati più potenti d’Italia. Detto questo, ci sono anche tanti avvocati che hanno avuto la possibilità di sviluppare una carriera sfavillante: la rivista GQ ha infatti stilato una classifica dei 30 professionisti del foro più potenti d’Italia, in base a criteri legati alla capacità manageriale, alla visione strategica, all’impatto mediatico e al bagaglio tecnico.

1) Francesco Gianni (63 anni). È il più gettonato per gli affari da chiudere sull'asse Roma-Pechino.
2) Sergio Erede (74). È l'uomo di fiducia dei grandi capitani d'industria, da Della Valle a del Vecchio. C'è il suo zampino nel passaggio di Alitalia a Etihad.
3) Claudia Parzani (43). Si muove in campo bancario come nel salotto di casa.
4) Bruno Gattai (55). Da telecronista raccontava i successi di Alberto Tomba “la bomba”. Adesso dà voce, come consulente legale, ai grandi marchi.
5) Franco Coppi (76). Penalista di razza, è noto per aver difeso (vincendo) Andreotti, Cossiga e Berlusconi.
6) Michele Carpinelli (66). Uomo di fiducia Fininvest e non solo, ha combinato il matrimonio tra La Stampa e Il Secolo XIX.
7) Federico Sutti (49). Ha seguito la vendita dell'Unità e la spending review in casa Pd, ma pure la riforma del sistema sanitaria del Veneto.
8) Alessandro De Nicola (53). Un economista in toga. È tra i punti di riferimento dell'area liberale.
9) Giuseppe Lombardi (65). L'accordo sulla bonifica dell'ex area Falck di Sesto San Giovanni porta la sua firma.
10) Roberto Cappelli (59). Non c'è mossa che Unicredit compia senza averlo prima consultato.
11) Gregorio Gitti (50). È il politico della compagnia: deputato Pd. insegna anche alla Cattolica. Ha per suocero Giovanni Bazoli, volto di Intesa San Paolo.
12) Tommaso Di Tanno (65). Fiscalista, grande amico di Massimo D'Alema, è un maratoneta. Lo conoscono bene anche a New York.
13) Alberto Toffoletto (54). Fusioni e acquisizioni di case editrici sono il suo pane.
14) Andrea Zoppini (49). Docente accademico, è consigliere di ministeri e istituti bancari, oltre che della Presidenza del Consiglio.
15) Stefano Valerio (44). Tra gli emergenti. È molto attivo nel settore bancario.
16) Patrizio Messina (45). È l'esperto dei minibond, le obbligazioni a misura di piccole e medie imprese.
17) Antonio Segni (49). Il colonizzatore: ha guidato l'italiana Gtech (ex Lottomatica) alla conquista dell'americana Igt.
18) Angelo Zambelli (52). Se c'è una ristrutturazione industriale da portare avanti, c'è lui: così è stato per Versace, Belstaff, La Perla.
19) Catia Tomasetti (50). Ha assistito Banca Imi e Mps. Da qualche mese è presidente della romana Acea.
20) Giulio Napolitano (45). Figlio del presidente Giorgio, è amministrativista tra i più affermati.
21) Alberta Figari (50). Ha accompagnato la quotazione a piazza Affari di Rai Way. Siede nel board di Generali.
22) Stefano Simontacchi (44). Fiscalista, è stato il faro del riposizionamento italiano del gruppo Prada.
23) Francesco Carbonetti (73). Presidente non esecutivo di Saipem, nel 2005 fu tra i protagonisti della resistenza alla scalata di Ricucci a Rcs.
24) Marcello Giustiniani (51). Ombra dei top manager, è membro d'una onlus per la tutela dei diritti dei bambini. Perché anche il cuore vuole la sua parte.
25) Michele Briamonte (37). Già nel 2010 era alla guida dello studio Grande Stevens, da sempre vicino al mondo Fiat.
26) Bruno Cova (54). Di recente ha assunto la regia del passaggio di Indesit alla multinazionale Whirlpool.
27) Luca Arnaboldi (53). Regista di imponenti operazioni in ambito immobiliare.
28) Filippo Troisi (49). Si divide tra l'Italia e l'America. Non a caso, è iscritto anche all'albo degli avvocati newyorkesi.
29) Andrea Accornero (48). Attivo nel settore agroalimentare, ha ereditato da papà Guido (fondatore del Salone del Libro) l'amore per la cultura.
30) Marcello Clarich (57). In estate è passato dalla Louiss alla presidenza di Mps.

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