Dei geni, se non fosse che...

Gli incredibili falsari di Napoli e la banconota da 300 euro

Gli incredibili falsari di Napoli  e la banconota da 300 euro
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La data di mercoledì 26 novembre 2014 sarebbe di quelle da segnare sul muro con la matita. Tutti - o quasi - i telegiornali hanno iniziato il servizio con alcune scene di “La banda degli onesti” in cui Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia stampano monete false che son più vere di quelle vere e poi le bruciano perché, appunto, scoprono di essere troppo onesti per fare i falsari.

Mentre scorreva la scena dei tre alle prese con la famosa Pedalina Bordini e Stocchetti di Torino, la voce annunciava che «Sono state arrestate almeno 56 persone con l’accusa di associazione a delinquere, falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, falsificazione di valori di bollo e contraffazione di sigilli pubblici». E perché non ci aggiungiamo pure schiamazzi notturni, resistenza a pubblico ufficiale, mancato versamento del canone rai e turpiloquio in luogo pubblico? Abundantis abundantiam, diceva Totò. In dettaglio: 29 provvedimenti di custodia in carcere, 10 ai domiciliari, 12 provvedimenti di divieto di dimora e 5 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Finito il riferimento cinematografico ci veniva detto che i soggetti erano tutti appartenenti al «cosiddetto "Napoli Group", sigla che include varie (sembra 11) organizzazioni campane» dedite a quanto già verbalizzato sopra e ad altro ancora: falsificavano anche il Gratta e Vinci.

Il telespettatore ne concludeva di trovarsi davanti a una vera e propria eccellenza italiana: «Gli inquirenti hanno anche appurato che le banconote false stampate in Italia, sottolinea una nota della Procura, e soprattutto quelle fatte in Campania, nel mercato criminale vengono considerate prodotti 'di alta qualità’». “Quelle fatte in Campania”, come le mozzarelle di bufala.

Capolavori dunque, se non ci si formalizza su aspetti trascurabili quali i risvolti penali dell’impresa: «Sono ritenuti i responsabili di circa il 90% degli euro falsi circolanti nel mondo». Ci aggiungiamo anche una violazione delle norme sul monopolio? Qualcosa che riguardi la posizione di dominanza sul mercato su cui sarà chiamata a indagare l’antitrust?

 

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Questi erano (sono. Perché anche una volta presi rimangono) dei geni assoluti, che si comportavano - in un mercato parallelo, è vero, ma pur sempre mercato. E le leggi del mercato, al pari delle sentenze, non si discutono: si osservano - si comportavano, dicevamo, come i signori Bocconi che, dopo aver fondato la Rinascente, pensarono anche alla formazione dei quadri delle nuove generazioni e fondarono l’università che porta ancora il loro nome: «I componenti della banda di falsari erano in contatto con esponenti della criminalità organizzata di vari Paesi europei, cui davano lezioni di contraffazione spostandosi da un Paese all’altro». Magari stavano anche immaginando dei corsi online, chi può dirlo?

Non solo: avevano anche organizzato una rete commerciale tra i paesi rivieraschi del Mediterraneo e oltre: «Le banconote venivano spese non solo in Europa, ma anche in Paesi africani come Algeria, Tunisia e Senegal». Quelli ci mandano immigrati, noi gli restituiamo un sacco di soldi. Misure non convenzionali, le chiamerebbe Mario Draghi.

«Nel corso dell'operazione sono state scoperte una stamperia ad Arzano (Napoli) e una zecca a Gallicano (Roma)». Arzano è dove c’è la scuola di “Io speriamo che me la cavo”, per chi non ricordasse. Gallicano è dove stamattina un 81enne è stato trovato morto in casa con una ferita in testa da corpo contundente. «Possibile omicidio», hanno scritto, «anche se si indaga a 360 gradi».

E infine il capolavoro:

«La banda, ha spiegato il comandante del Nucleo falsificazione colonnello Ferace, ha osato addirittura stampare una banconota da 300 euro, taglio che non esiste: banconota poi spacciata in Germania». Noi amiamo i Tedeschi, però la scelta della nicchia di mercato in cui spacciare i 300 euro dovrebbe farli riflettere sull’efficienza della Deutsche Bundesbank.

Perché possiamo sbagliarci, ma chi ha preso una banconota di un taglio così bizzarro secondo noi andrebbe messo in condizione di non nuocere. É infatti possibile che i virtuosi di Napoli, i Caravaggio dell’euro, abbiano messo nei guai qualche persona, ma lo Stato (gli Stati: europei e nordafricani) avrebbero solo da guadagnarci a prenderli a loro servizio.

Gli altri, i cittadini sulla destra del Reno scelti per la sperimentazione del nuovo taglio della moneta europea, votano.

 

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