L'acqua del rubinetto fa bene (e gli italiani la preferiscono)
Acqua, sì, purché sia del rubinetto. Si riassume così l’esito di una indagine online realizzata da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che ha raccolto tra marzo 2017 e febbraio 2018 le preferenze degli italiani riguardo il consumo di acqua potabile, del rubinetto di casa, ad uso domestico ma soprattutto alimentare, dunque bevuta ai pasti, o quella in bottiglia, industrialmente prodotta e distribuita. L’indagine ha anche messo in evidenza i punti deboli degli italiani in merito all’acqua potabile: scarsa conoscenza, di una parte della popolazione, della bontà dell’acqua proveniente da rete idrica, pregiudizi, errori e tanto di più. Cosa c’è di bello e di positivo? Che gli italiani, optando comunque in maggioranza per il consumo di acqua corrente, hanno rivelato un’anima ecologista. Ma attenzione agli sprechi!
Meglio l’acqua di casa. Quella del rubinetto, insomma, preferita da un italiano su due, dunque pari a una percentuale di quasi il 54 per cento, che lo ha espresso e amabilmente conversato sul tema acqua via web o social per quasi un anno intero. A fare il punto sulla virtual chiacchierata è stata CAP che si è anche spesa in elogi per la scelta degli italiani: consapevolmente responsabili, con il consumo di acqua del rubinetto, della tutela e salvaguardia dell’ambiente. Il 25 per cento degli italiani dichiara infatti di usarla e consumarla perché l’acqua del rubinetto è a km 0, e questo significa che non è causa né comporta emissioni di CO2, permettendo così di ridurre la produzione e lo smaltimento di plastica. Non ha, infatti, bisogno di un imballaggio, ma solo di un bicchiere!
Scelta ecologica che ha ricadute positive anche sulle tasche degli italiani: il 16 per cento preferisce l’acqua del rubinetto anche per il risparmio di centinaia di euro a fine anno sul budget e le spese famigliari. Senza dimenticare i vantaggi per la salute, garantita dalla qualità salubre: infatti, l’acqua del rubinetto è sicura perché sottoposta a rigorosi controlli, dal prelievo nel luogo di origine fino al punto di erogazione, il rubinetto di casa, ed è buona, priva cioè di sostanze potenzialmente pericolose, come quelle che potrebbero derivare, per esempio, dal PET delle acque in bottiglia.
L’acqua in bottiglia. L'acqua in bottiglia è invece bevuta dal 46 per cento degli italiani, nutriti ancora di pregiudizi, legati con molta probabilità a episodi riguardanti la presenza di PFAS, una famiglia di composti chimici usati prevalentemente dall'industria, nelle falde acquifere in Veneto, o agli esiti dello studio di Orb Media, un’organizzazione non profit di Washington (Stati Uniti), condotto a livello mondiale, riguardo le microplastiche contenute nell’acqua potabile. Tuttavia contraddetto da un più recente contro-studio sempre di Orb Media, che oggi dichiara una presenza di microplastiche pari al 93 per cento in 11 brand famosi di acque, superando i livelli di quelle contenute nell’acqua potabile. Due fattori, dunque, che avrebbero influenzato negativamente il parere gli utenti nella scelta dell’acqua da consumare, limitando in buona sostanza l’uso dell’acqua del rubinetto solo al lavarsi o alla pulizia della casa, ma non al bere. Non sembrerebbe dunque un caso che l’87 dei consumatori di acqua confezionata, ritenga, a torto come detto, che quella in bottiglia contenga meno sostanze dannose per l’organismo, come per esempio il cloro, percepito in modo negativo dalla maggior parte dei (non) consumatori.
Il Water Safety Plan (WSP). Che cos’è il WSP? Si tratta di un sistema di super-analisi e controllo, introdotto per primo dal Gruppo CAP in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, delle acque nell’intera filiera idro-potabile, da quando esce dalla fonte e lungo tutto il percorso che la conduce nelle case, attraverso più prelievi, e soprattutto valutando un maggior numero di parametri al fine di garantire più sicurezza all’utente-consumatore. Si tratta di un sistema così sicuro che una nuova normativa europea prevederà, a breve, l’ingresso obbligatorio del WSP in ogni Stato dell’UE. Gruppo CAP, da un anno a questa parte, lo sta già implementando nei comuni del territorio.
Notizie dal web. Per fare chiarezza e sanare pregiudizi o false informazioni che vengono diffuse sull’acqua potabile di casa, CAP ha anche lanciato un blog, una guida online che informa sulla qualità, caratteristiche, benefici, utilizzi dell’acqua corrente e realizzato una nuova app, Acca2o, che consente di leggere tramite geolocalizzazione l‘etichetta dell’acqua di casa o di qualsiasi altro indirizzo, e di pagare pure le bollette online. Grazie alla tecnologia digitale, insomma, anche l’acquedotto diventa trasparente e l’acqua resta sotto attento controllo. Per i più digital, infine, c’è l’hastag #waterevolution, che come dice il nome, vuole operare una rivoluzione culturale per promuovere l’acqua quale propulsore di innovazione, specie nelle città affinché diventino sempre più green e intelligenti.
Un vademecum. Poi c’è la Family Water. Cioè un vademecum di SIMA, la Società Italiana di Medicina Ambientale, che educa al buon uso dell’acqua di casa, in termini di qualità e risparmio. Ecco cosa consiglia:
- Guardare, gustare e annusare l’acqua. Sono questi i primi controlli sensoriali necessari ed efficaci per testare la qualità dell’acqua. Per scoprire cioè, già ad occhio nudo, strane colorazioni, intorbidimenti, ma anche la presenza di corrosione, incrostazioni o macchie sugli oggetti dopo asciugatura. Mentre al naso e alla bocca il cattivo odore e/o sapore, indicatori che l‘acqua non è ottimale, non passano inosservati!
- I sistemi di purificazione casalinga come caraffe filtranti, filtri, osmosi inversa, addolcitori, lampade UV sono altri possibili strumenti di testaggio, a patto che si esegua sugli stessi la corretta e periodica manutenzione: come cambiare i filtri o lavare con regolarità i contenitori. Ulteriore garanzia di sicurezza, è avvalersi di tecnologie certificate per la purificazione dell’acqua, prodotte da Aziende serie e accreditate.
- Meglio le bottiglie in vetro, piuttosto che in plastica, se si predilige l’acqua confezionata. In caso, invece, di utilizzo di queste ultime, è bene conservale in luoghi freschi ed asciutti, mai sotto il sole, controllando la data di scadenza sulla bottiglie o l’etichetta, e consumando il contenuto in tempi rapidi una volta aperta.
- Contro gli sprechi, per lavarsi, è bene scegliere la doccia piuttosto che la vasca, accorciando il tempo di permanenza sotto il doccione, e usare rubinetterie dotate di rompigetto così come elettrodomestici, specie lavatrici e lavastoviglie, ad alta efficienza, da avviare solo a massimo carico.
- Non lasciare scorrere l'acqua del rubinetto mentre ci si lava o lo sciacquone del WC, assicurandosi che l'acqua dal serbatoio non perda continuamente nella tazza. È possibile verificarlo facendo cadere un po' di colorante alimentare nel serbatoio. Inoltre è corretto non innaffiare le piante sul balcone o il giardino nelle ore più calde né quando piove, e servirsi di sistemi di irrigazione a goccia o programmabili.
- Controllare sempre la bolletta dell'acqua, perché un incremento imprevisto dei costi potrebbe indicare uno spreco o una perdita. Per proteggersi da questo rischio, è inoltre utile far controllare il contatore dell’acqua a impianti spenti e l’efficienza dell’impianto idrico.
- Per evitare l’inquinamento è raccomandato non gettare rifiuti, come oli esausti da cucina, negli scarichi dei lavandini o nel WC. 1 litro di olio esausto inquina 1 milione di litri di acqua di falda, medicinali scaduti e prodotti cosmetici: riflettiamoci prima di compiere una mala-azine contro l’ambiente e noi stessi.