Da una ricerca dello Studio Ghiretti

Gli italiani? Un popolo di pigroni

Gli italiani? Un popolo di pigroni
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Italiani, popolo di pigroni. Dalle stanze dei bottoni fanno sapere che noi, marinai, poeti, navigatori, santi e, perché no, pure allenatori, di sport ne facciamo pochino. Quanto? In 24 milioni preferiscono il divano e la ciabatta alla corsetta al parco. Così nella classifica delle nazioni più scatenate finiamo (quasi) in fondo. A Roma vorrebbero migliorare le cose, cambiare il trend, invertire la tendenza. Sono gli uomini, il 53 per cento ad abbandonare maggiormente la pratica sportiva, le donne invece (57 per cento) a costituire la percentuale maggiore di coloro che non hanno mai fatto sport. Il motivo? Sempre lo stesso: manca il tempo. Giovanni Malagò ha preso posizione sull'argomento, definendolo «un crocevia assoluto di quella che è l'agenda dei nostri problemi». No, di più: «Un problema di coscienza e se non mi metto a stimolare qualche elemento nuovo nelle generazioni che arrivano non so se trovo altri campioni».

La ricerca dello Studio Ghiretti. Così il Coni si sta attrezzando. Al Foro Italico è stata presentata una ricerca condotta dallo studio Ghiretti e patrocinata dalle istituzioni (Coni, Cip, Csi, Regione Lazio ecc.) e in pratica ci dicono che i dati non sono davvero così apocalittici. Insomma, qualcosa si muove. E la sfida del Coni, adesso, è quella di incrementare l'attività sportiva. Dallo studio «Gli italiani, lo sport e i valori sociali» è emerso questo: l’80 per cento degli italiani è entrato in contatto con uno sport di qualunque tipo (ovvero che ancora pratica lo sport o lo ha praticato in passato) e il 38 per cento del totale pratica lo sport con continuità e tra questi oltre la metà (il 54 per cento) svolge attività motorie per più ore a settimana. La diffusione della pratica sportiva è equamente distribuita fra maschi e femmine prevalentemente presso strutture private a pagamento (48 per cento) o all'aria aperta (33 per cento). Lo studio ci dice anche molte cose interessanti. Per esempio: come fruiamo lo sport negli ultimi sei mesi? Dal vivo: 49 per cento. Sui media: 71 per cento. Ah, preferiamo la tv. Oppure: la diffusione dello sport tra le persone disabili. Soltanto il 15 per cento lo pratica. Come ha detto Malagò, incrementare l'attività sportiva significherebbe avere un bacino più ampio in cui pescare campioni. E infatti Giampaolo Letta, vicepresidente di Unindustria, si è speso per il Coni e per Malagò. «Abbiamo deciso di sostenere la sua agenda e di chiunque lavori per diffondere la pratica sportiva perché anche lo sport diventi parte significativa dell'industria italiana. Lo sport è in grado, inoltre, di insegnare valori che avrebbero una straordinaria applicazione in ambito produttivo: meritocrazia, superamento dei limiti e rispetto delle regole». La ricerca la trovate qui.

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