I legami internazionali

Dietro l'attacco alla Rambla Una rete terroristica ben salda

Dietro l'attacco alla Rambla Una rete terroristica ben salda
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È stato intercettato e ucciso a Subirats, a ovest di Barcellona. Era il super ricercato per la strage di Barcellona, il capo del commando che era riuscito a sfuggire, a differenza dei suoi complici. Younes Abouyaaqoub, 22 anni, marocchino, era l’uomo alla guida del furgone che si è lanciato sulla folla della Rambla nei giorni di Ferragosto.

Il tragitto dell'attentatore dopo la strage. Dopo la sua corsa, una volta sceso dal furgone, Abouyaaqoub era scappato a piedi. La sua fuga è stata ricostruita: prima era passato attraverso il mercato della Boqueria, che si affaccia proprio sulla Rambla, ed era arrivato nella zona universitaria di Barcellona, tra le 18.10 e le 18.20. A questo punto aveva fermato un’auto uccidendone il proprietario proprietario, Pau Pérez, che è quindi un’altra vittima che si aggiunge al computo della strage. A quel punto si era messo alla guida e aveva forzato un posto di blocco della polizia, prima di scappare di nuovo e abbandonare l’auto appena fuori Barcellona. Quando lo hanno intercettato, Younes Abouyaaqoub era equipaggiato proprio come i suoi compagni di avventura fermati e uccisi dalla polizia subito dopo la strage: con una finta cintura di esplosivo addosso.

 

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Ripoll e l'imam. A completare il puzzle del commando è arrivata anche la conferma che l’imam, Abdelbaki Es Satty, è la persona morta nell’esplosione avvenuta mercoledì sera precedente l’attentato in un appartamento di Alcanar, vicino a Tarragona, usato dal gruppo terroristico come base per la fabbricazione degli esplosivi. Erano loro i leader della cellula di Ripoll, la località al confine della Francia dove l’imam predicava.

Ahmad Alkhald, il primo uomo chiave. Ma il puzzle non è ancora completo, perché secondo gli investigatori uno dei veri cervelli del gruppo sarebbe il siriano Ahmad Alkhald che, come rivelato dal quotidiano La Stampa, ha addestrato ai primi di luglio alcuni membri della cellula catalana nell’uso dell’esplosivo. Addestramento che fortunatamente non è andato a buon fine.

Ahmad Alkhald è un uomo chiave, perché dimostra l’esistenza di una rete europea che si sta muovendo con discreto coordinamento. Non a caso questa mente del nuovo terrorismo è connessa con tutti i casi più gravi successi in Europa. Contro di lui è stato spiccato un mandato di cattura da parte della Francia già nel 2016, a causa del suo ruolo negli attentati di Parigi del novembre 2015 (Stade de France) e di Bruxelles del marzo 2016 (Zaventem). Secondo l’intelligence francese l’uomo si nascose in case sicure tra Marsiglia e Nizza. Proprio il  giorno dell’attentato, il 17 agosto, il Dipartimento di Stato americano aveva pubblicato una lista di terroristi, che includeva Ahmad Alkhald.

 

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Abdelbaki Es Satty, l'altro uomo chiave. Quanto all’altro uomo chiave della cellula, l’imam Abdelbaki Es Satty morto nell’esplosione di Alcanar, la polizia ha portato alla luce suoi legami con il Belgio e che possono far pensare a un suo ruolo con gli attentati di Bruxelles, in quanto le date dei suoi viaggi (motivati da ricerca di lavoro) lasciano più di un sospetto. Quanto all’altro esponente del gruppo morto nell’esplosione Youssef Aalla, sono venuti alla luce suoi legami con Zurigo.

Ora si spera che altre informazioni possano trapelare dagli interrogatori dei quattro membri della cellula che sono stati arrestati. Ai Mossos, il corpo di polizia regionale catalano, hanno già rivelato qualche elemento utile all’indagine, per cercare di ricostruire quello che sembra sempre di più un’organizzazione ben ramificata.

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