Il nuovo brand è Visit Bergamo

Gori rottama Turismo Bergamo

Gori rottama Turismo Bergamo
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Come prendere un vecchio scatolone, svuotarlo delle cose che non servono più e utilizzarlo per nuovi scopi. Giorgio Gori prende Turismo Bergamo, lo ribalta e lo ricicla in Visit Bergamo. L'ente conserverà il nome, ma su Internet e in tutto l'universo dei media apparirà d'ora in poi il nuovo brand. Visit Bergamo, dunque. Come Visit London, Visit Scotland. Mossa giusta, perché forse nemmeno gli italiani digitano più in Google la parola “Turismo”, figuriamoci gli stranieri. La questione non è però soltanto nominalistica, ma di sostanza.

Più che un'evoluzione, infatti, è stata una rivoluzione. Imposta dall'alto della quota di minoranza che il Comune detiene. I due soci di maggioranza, Provincia e Camera di Commercio, lasciano fare. Un po' per le difficoltà economiche in cui è scivolata l'agenzia di promozione territoriale, un po' perché Gori e i suoi sembrano avere in tasca idee nuove ed efficaci. Il sindaco, del resto, non si è fatto pregare: con l'interventismo che gli è proprio, ha paracadutato il suo guru della comunicazione Christophe Sanchez sulla plancia scricchiolante di Turismo Bergamo, dandogli carta bianca. Lui ci ha messo testa e anima per un paio di mesi. Risultato: taglio netto al passato e via con il nuovo corso. Di impatto semplice e immediato. Per dire: d'inverno sul nuovo sito (www.visitbergamo.net) comparirà un paesaggio innevato, d'estate prati in fiore. Banale? Forse. Però finora nessuno ci aveva pensato.

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Aria fresca. Visit Bergamo è stato presentato in una conferenza stampa farcita di sorrisi, con il presidente Luigi Trigona a sottolineare la perfetta integrazione tra vecchio staff e Sanchez. In realtà i corridoi sussurrano che l'approccio del guru sia stato tutt'altro che soft. «Turismo Bergamo è morto» è stato più o meno il concetto espresso. Dunque, bisogna voltare pagina. Ripartire daccapo. Diciamo che la portafinestra è stata aperta a forza per far entrare una sana ventata di aria fresca. Di colpo sono spariti concetti stantii come “sinergia” ed “eccellenze del territorio”. È rispuntato l'immancabile “fare sistema”, è vero, ma una volta sola. Per il resto, largo a Facebook, app, personal itinerary. Addio a nebulose “cabine di regia” e a fantomatici “osservatori” composti da esperti che ragionano sui massimi sistemi: il turismo bergamasco scende dalla Luna e si lancia in un salutare tuffo nel mare dei social network. «In pochi giorni abbiamo avuto il 50% di “like” in più» infierisce Sanchez. E qualcosa vorrà pur dire.

 

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“Wow, che meraviglia”. Il nuovo sito sarà un portale che si declinerà su tutti i media e favorirà un accesso dinamico alla nostra città, con sezioni dedicate al “cosa vedere” e al “cosa fare”. Ma anche la strategia pubblicitaria sarà aggressiva: skyline di Città Alta sulle carte d'imbarco Ryanair, messaggi stampati sul pavimento degli arrivi di Orio al Serio e a Oriocenter. “Wow”, esclamerà un personaggio da fumetto. «È l'espressione che scappa a tutti quando arrivano a Bergamo» chiosa Gori. Non a caso, lo slogan dei prossimi sei mesi sarà «Bergamo, la meraviglia a un passo dall'Expo». Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura, mette ulteriormente a fuoco il concetto: «Non possiamo più accontentarci di vivere delle ricadute dell'aeroporto, occorre impostare una vera strategia di promozione». Se sono solo effetti speciali, lo dirà il tempo. Di sicuro è un nuovo film, che merita di essere visto.

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