Un articolo di Slate.com

La guerra biologica alle zanzare (Grazie di cuore agli scienziati Usa)

La guerra biologica alle zanzare (Grazie di cuore agli scienziati Usa)
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Un articolo di Slate.com, scritto dalla giornalista scientifica Megan Cartwright, s’interroga sull’eroico e quasi paradossale tentativo portato avanti da un gruppo di scienziati: ridurre il numero delle zanzare nel mondo immettendo più zanzare nel mondo. Ecco la traduzione.

 

L’ultima cosa che vogliamo sono più zanzare. Le piccole e piagnucolose succhiasangue possono diffondere virus come la Dengue, la febbre del Nilo Occidentale, la febbre gialla, la chikungunya. Cerchiamo di combatterle coi pesticidi, dreniamo le loro case paludose e avveleniamo i loro piccoli. Ci spargiamo il corpo di repellenti puzzolenti, dormiamo sotto delle reti sottili e prepariamo il nostro sistema immunitario ai loro insidiosi attacchi patologici tramite delle vaccinazioni. Ma oggi gli scienziati stanno adottando una nuova strategia per distruggere le zanzare: rilasciarne ancora di più nel mondo. Dandogli qualche batterio, prima.

Gli scienziati si stanno fondamentalmente impegnando in una guerra biologica a causa della pressione suscitata dalla necessità di controllare l’Aedes aegypti (comunemente conosciuta in Italia come la zanzara delle febbre gialla, ndr). Grazie alla passione per le case e il sangue umano, questa zanzara è una delle diverse specie che trasmettono la febbre del Nilo Occidentale, che ha fatto ammalare più di 40mila Americani e ne ha uccisi più di 1.700 a partire dal 1999, quando ha fatto il suo ingresso negli Stati Uniti. L’Aedes può anche trasmettere il virus di chikungunya, che nel 2014 ha fatto il suo debutto Americano in Florida e a Porto Rico. Come se non bastasse, questa zanzara può essere portatrice anche della Dengue, un virus che causa un dolore così intenso nei muscoli e nelle giunture da essere stato soprannominato “febbre spaccaossa”.

 

 

Prima del 1970, solo nove Paesi erano afflitti da epidemie di Dengue; oggi, più di 100 Paesi hanno la Dengue endemica. I casi Americani più frequenti sono in Florida e a Porto Rico, dove un’epidemia del 2010 ha fatto ammalare più di 10mila persone. La febbre da Dengue uccide 22mila persone ogni anno, specialmente nelle regioni tropicali dell’Africa, nel sudest dell’Asia, e nel nordest dell’Australia. Nonostante la rapida diffusione della Dengue negli ultimi 50 anni, non abbiamo ancora a disposizione trattamenti o vaccini per curarla. La lotta contro la Dengue è particolarmente urgente a Cairns, Australia, una città di 150mila abitanti nella costa nordest del Paese. «A Cairns», dice Scott Ritchie, entomologo della James Cook University, in Australia, «abbiamo epidemie ogni anno dal 1995» – con un picco di 1.000 casi nel 2009.

Per tenere queste epidemie sotto controllo, gli scienziati Australiani stanno cercando di eliminare l’Aedes aegypti usando il batterio Wolbachia pipientis. Approssimativamente il 65 percento delle specie di insetti è naturalmente infetto da questo batterio, che vive dentro le cellule del loro corpo e viene trasmesso ai nuovi nati da una zanzara femmina che ne è infetta. Quello che è intrigante è l’egoismo del Wolbachia. Il batterio ostacola l’abilità dei virus come la Dengue di replicarsi all’interno delle zanzare, pertanto riducendo la diffusione patogena negli esseri umani – in teoria. L’idea di iniziare una battaglia utilizzando il Wolbachia è stata originariamente proposta negli anni Sessanta. Nel 1967, esperimenti sul campo hanno dimostrato che il batterio ha ridotto il numero di zanzare che trasmettevano il verme della filaria a Burma. Più di recente, gli scienziati Australiani nel programma di Eliminazione della Dengue stanno testando il Wolbachia in Vietnam, Brasile e Indonesia, così come nel quartiere sud di Cairns, Townsville.

 

 

Ma Ritchie, il suo collaboratore Ary Hoffmann dell’Università Australiana di Melbourne e i loro colleghi stanno studiando una forma ancora più virulenta del Wolbachia, chiamata, credeteci o meno, popcorn. Originariamente isolata dai moscerini della frutta, il popcorn Wolbachia prende il suo nome dalla sua forma caratteristica. Quando è trasportato all’interno della cellula di un insetto, cresce e si riproduce finché quest’ultima non assume la forma di un sacchetto di popcorn appena sfornato dal microonde. A differenza del normale Wolbachia, la forma popcorn riduce la durata della vita delle zanzare. Il virus della Dengue, che una zanzara contrae quando punge una persona infetta, ha un periodo d’incubazione di dodici giorni prima di poter essere iniettato nel prossimo ospite umano. Questo significa che il popcorn Wolbachia dovrebbe uccidere la zanzara prima che questa viva abbastanza a lungo da diffondere la malattia. Questo miglioramento rispetto alla forma normale di Wolbachia permette quindi di eliminare, e non solo ridurre, le possibilità di trasmissione della malattia.

Per scoprire se il popcorn Wolbachia può adattarsi all’interno di una popolazione di zanzare, diventando essenzialmente autosufficiente (come il virus dell’influenza tra gli esseri umani), gli entomologi hanno tenuto due colonie di zanzare adulte in gabbie all’aperto. In una delle due gabbie introducevano, una volta a settimana, 50 zanzare infettate con il popcorn Wolbachia. Nell’altra gabbia, con lo stesso meccanismo, hanno osservato esclusivamente zanzare sane. Gli entomologi hanno scoperto che sono necessari quattro mesi di continue sostituzioni settimanali per rimpiazzare tutte le zanzare sane di una colonia con quelle infette. Se a prima vista, questo risultato potrebbe sembrare grandioso, Ritchie afferma che il Wolbachia non modificato (non popcorn, ndr) è in grado di colonizzare una intera popolazione di zanzare selvagge in soli tre mesi. «Il problema con il Wolbachia popcorn è che», dice, «funziona fin troppo bene». Il popcorn Wolbachia infatti, uccide le zanzare adulte prima che queste possano accoppiarsi e trasmettere il batterio alla prole, meccanismo con cui le zanzare infette dal Wolbachia normale (non popcorn, ndr) riescono invece a rimpiazzare quelle sane impedendo così la trasmissione della Dengue.

 

 

Sia che i ricercatori utilizzino il popcorn o il tradizionale Wolbachia, c’è un problema pratico legato a questo approccio: «È davvero costoso», dice l’entomologo e assistente professore Gabriel Hamer, della Texas A&M University. «Devi avere tonnellate di infrastrutture per allevare questo tipo di zanzare e rilasciarle nel mondo quando diventano adulte». E queste infrastrutture e questi soldi potrebbero potenzialmente andare a finanziare altri progetti finalizzati al controllo delle zanzare, come gli insetticidi spray. Inoltre, il rischio è che questo approccio abbia un’eco negativa a livello mediatico e sociale, poiché alla fine si sta parlando di zanzare geneticamente modificate. Negli anni Settanta, l’opposizione pubblica bloccò i tentativi della World Health Organization di controllare a Delhi, India, le popolazioni di zanzare utilizzando maschi sterilizzati via radiazioni. Comunque, Ritchie suggerisce che piccole comunità geograficamente isolate – come le isole Galápagos o le Key West in Florida – possono testare il popcorn Wolbachia per eliminare le loro zanzare A. aegypti.

Hamer esprime qualche riserva: «È molto difficile passare dal concettuale, teorico e dall’idea che questo-dovrebbe-funzionare all’applicazione sul campo» che dimostrerebbe un calo nella diffusione delle malattie tra esseri umani, dice. «Fino a questo momento, nonostante tutti i tentativi fatti con il Wolbachia in giro per il mondo, non ho ancora visto nascere una storia di successo». Mentre gli entomologi potrebbero non andare d’accordo sull’immediata utilità del Wolbachia per eliminare le zanzare, si è abbastanza sicuri del fatto che loro – e ogni altro essere umano a rischio di contrarre la febbre del Nilo Occidentale, la chikungunya e la Dengue – possano concordare su una cosa. Sia che possa accadere tramite una guerra batteriologica, degli spray o schiacciando le succhiasangue una ad una, abbiamo tutti un unico obiettivo: meno zanzare, meno malattie.

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