Grumello, Campa ucciso perché non voleva dare 500 euro a El Makkaoui
Il giovane avrebbe chiesto la somma all’imprenditore, che voleva vendere la macchina concessagli in uso ad un’altra persona: al rifiuto della vittima, sarebbe scattata la furia omicida
Il gip Vito di Vita ha disposto la custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione del reato nei confronti di Hamedi El Makkaoui, il 22enne reo confesso dell’omicidio di Anselmo Campa, 56 anni, avvenuto a Grumello del Monte la sera del 19 aprile scorso. Nel corso dell’interrogatorio, il giovane avrebbe rivelato che a scatenare la furia omicida sarebbe stato il rifiuto, da parte dell’imprenditore, di cedergli la somma di 500 euro, parte dei circa 6 mila-7 mila euro che l’arrestato sostiene di aver versato perché la vittima gli concedesse anni fa l’uso della Renault Clio, che l’uomo aveva intenzione di rivendere ad un amico.
Alla richiesta di El Makkaoui, Campa avrebbe reagito con frasi dure e insulti, che sarebbero stati la causa dello scatto d’ira dell’assassino, il quale ha poi afferrato un martello che si trovava su una mensola lì vicino e, nel corso di una colluttazione, ha inferto venti martellate alla testa della vittima, lasciandolo a terra in una pozza di sangue.
Nell’ordinanza si legge che «la grave condotta» è stata «originata da motivi di carattere economico che, se non futili, sono senza dubbio legati ai vizi di gioco e da stupefacenti, che hanno dato sfogo a uno spropositato impulso omicida, con perdita dei normali freni inibitori». Una versione non condivisa dalla difesa del ragazzo, rappresentata dall’avvocato Fabio Marongiu, che ritiene i vizi di gioco e il consumo di droga siano occasionali e tali da non aver generato problemi di debiti al suo assistito.
Il gip ha accennato anche ad alcune intercettazioni di telefonate tra il giovane e i suoi familiari, in cui avrebbe cercato di costruirsi un alibi sostenendo di essere in un altro luogo, lontano da quello del delitto. Gli stessi hanno avuto un ruolo fondamentale nel convincerlo a confessare e non risultano sospettati di connivenza con l’omicida.