Fa male alla colonna vertebrale

Guardare lo smartphone pesa come avere un bimbo sulle spalle

Guardare lo smartphone pesa come avere un bimbo sulle spalle
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È come avere un bambino di otto anni seduto sulla testa o 4 palle da bowling appoggiate sulle spalle. Solo che non si sta facendo attività fisica né si ha alcun peso tra le mani: si sta semplicemente guardando lo smartphone, chattando, navigando nel web o lanciando sms. A dire quanto questa digital-mania sia pericolosa (anche) per la salute del collo, e conseguentemente di spalle e schiena, è uno studio americano condotto da specialisti di chirurgia spinale del New York Spine Surgery & Rehabilitation Medicine che verrà presto pubblicato sulla rivista Surgical Technology International.

Quanto pesa uno smartphone (sulla colonna vertebrale). In termini tecnici orami quasi nulla, grazie a nanotecnologie e misure slim in spessore, lunghezza e larghezza, ma in termini di benessere moltissimo. Dando i numeri (scientificamente provati), nelle condizioni peggiori fino a 27 chili, che gravano tutti sulla zona cervicale della colonna vertebrale: le simulazioni informatiche fatte dagli esperti parlano chiaro.

 

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Ed è colpa della gravità: la testa di un uomo adulto in condizioni normali, ovvero in posizione eretta e verticale, quando è posizionata correttamente in modo che le orecchie siano allineate alle spalle e le scapole spinte all'indietro, peserebbe tra i 4,5 e i 5,5 chili. Ma questo valore aumenta sensibilmente se il capo si reclina in avanti, con un aggravio tanto maggiore quanto l'angolo che si viene a creare tra collo e colonna vertebrale è più incisivo. Vale a dire che sarebbe sufficiente piegare la testa verso il basso di soli 15 gradi perché già il peso della nostra materia grigia si elevi a circa 12 kg, mentre un'inclinazione di 30 gradi corrisponde a un carico di 18 kg, 45 gradi pesano 22 kg e 60 gradi addirittura 27 kg.

Sollecitazioni, per chi utilizza smartphone e compagnia, non immediatamente percettibili, ma che possono logorare, neanche tanto alla lunga, la zona sottoposta allo sforzo e causare usura precoce, stiramenti, degenerazione e, nei casi peggiori, condurre fino alla necessità di interventi chirurgici. Il tutto a causa dell'aumento dello stress che, a quanto pare, non ha ripercussioni fisiche solo sull’umore e sul fegato, ma anche su organi ben più duri e compatti.

Un secondo studio, condotto online su un totale di oltre 2mila lavoratori, da ricercatori della Chartered Society of Physiotherapy, confermerebbe che quasi due terzi dei soggetti osservati continua poi a casa a lavorare o comunque a utilizzare dispositivi elettronici oltre i normali orari di ufficio, anche – ma non solo – per mettersi in pari con gli arretrati della giornata non risolti. Un’abitudine che si trasforma in un circolo vizioso per mal di schiena, dolori al collo e patologie legate allo stress, accentuando problemi già esistenti o facendone insorgere di nuovi.

 

Group of young people texting on their mobile phones

 

Come fare, allora? Una posizione (apparentemente) irrinunciabile, perché è praticamente impossibile quando si utilizzano i dispositivi elettronici social riuscire a guardare gli schermi con la schiena dritta o comunque in un posizione che si avvicini a quella perfettamente eretta. Mentre sarebbe lecito pensare di potere evitare di trascorrere così tante ore inarcandosi su di un cellulare o altro. O comunque di limitarne il tempo, invece anche questa eventualità sembra utopia.

Altre conseguenze negative. Una cattiva postura (che sia provocata dall’errato utilizzo dei cellulari o da altri fattori) si sa che oltre alla colonna fa male anche alla salute generale, potenziando il rischio di aumento di peso, stipsi, bruciore di stomaco, emicrania e problemi respiratori. Alcuni studi, poi, assocerebbero la cattiva postura a livello cervicale anche alla tendenza alla depressione, rabbia e diminuzione della libido, per una azione diretta rispettivamente sull’ormone del buonumore (serotonina) e il più sexy testosterone, mentre la postura corretta favorirebbe la salute fisica e quella mentale per le influenze positive sul cortisolo, l’ormone dello stress. Anche se a queste ultime ipotesi sembra più difficile credere.

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