Gerusalemme, riesplode la violenza

Har Nof, dove è tornato il terrore

Har Nof, dove è tornato il terrore
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Ore 7: preghiera del mattino in sinagoga, quella in cui si recita il primo Shemà Israel del giorno. Due uomini a volto coperto entrano in sinagoga armati di fucili, asce e coltelli e aprono il fuoco. 4 morti e 9 feriti, per il momento. È successo a Gerusalemme, la città santa. Gli attentatori sono stati uccisi sul posto dalla polizia. Un comunicato di Hamas citato dal quotidiano della destra israeliana Yediot Ahronot ha rivendicato la paternità dell’attacco. Era dal 29 gennaio 2004 che Hamas non rivendicava un attentato a Gerusalemme. All’epoca ci fu un attacco a un bus in pieno centro, nel quartiere di Rehavia, poco lontano dall’ambasciata americana e dalla Grande Sinagoga di Gerusalemme. Il centro mondiale del sionismo. Ci furono 11 morti. I due attentatori di questa mattina si chiamano Ghassan e Odai Abu Jamal, e abitavano entrambni nel quartiere palestinese di Jabal al Makbar, nella Gerusalemme Occupata. Per raggiungere Har Nof, luogo dell’attentato, hanno percorso una ventina di chilometri.

Il quartiere di Har Nof, lontano dalla Città Vecchia. Har Nof è un quartiere ultraortodosso alla periferia di Gerusalemme. Ci abitano i chassidim, gli ebrei religiosi osservanti. Soprattutto sefarditi, cioè quelli che discendono dagli ebrei cacciati dalla Spagna nel 1492 e diffusisi nel Nordafrica e in Medio Oriente. È un quartiere lontano dal centro della città e dalle Mura della Città Vecchia, e rappresenta un mondo a se stante. Ci sono moltissime sinagoghe. Qui abitano i principali leader politici di spicco del movimento nazionalista e dello Shas, il partito che rappresenta gli ultraortodossi alla Knesset, il parlamento israeliano. Har Nof è il quartiere dove visse per lungo tempo il rabbino Ovadia Youssef, morto lo scorso autunno all’età di 93 anni, capo spirituale degli ebrei sefarditi e ideologo del partito Shas. Al suo funerale si conta che parteciparono almeno un ebreo su 10 provenienti da tutto il mondo. E infatti Gerusalemme e gran parte di Israele quel giorno erano completamente bloccate, non si erano mai visti così tanti ortodossi tutti insieme. Secondo alcuni, Youssef è stato fra coloro che hanno trasformato Israele da Stato laico nazionalista a Stato nazionalista e religioso, molto simile ai Paesi islamici che lo circondano.

Da Har Nof parte un autobus della linea Egged, la più grande compagnia di autobus israeliana che serve sia il trasporto urbano sia quello interurbano, e raggiunge il Muro Occidentale, dove gli ebrei si recano per la preghiera. Sui bus che percorrono questa linea gli uomini siedono davanti e le donne dietro. Il quartiere di Har Nof sorge sulle rovine del villaggio palestinese di Deir Yassin, la cui memoria fisica è stata interamente cancellata per lasciar spazio a case nuove con una vista mozzafiato sulle colline della Giudea.

Il contesto in cui è avvenuto l’attentato. Gerusalemme è da mesi in uno stato di violenza diffusa, che nelle ultime settimane si è aggravato. L’attentato alla sinagoga di Har Nof è arrivato all’indomani della decisione del premier israeliano Benyamin Netanyahu di sottoporre alla Knesset una nuova legge che enunci formalmente che "Israele è lo Stato della Nazione ebraica" pur garantendo "diritti eguali a tutti i cittadini". Ma una commissione ministeriale riunitasi per discutere l'iniziativa (spinta da ministri della Destra) ha optato per un rinvio. Ministri centristi, fra cui Tzipi Livni, avevano avvertito che il progetto può esasperare le relazioni con la minoranza araba in Israele.

Non solo. Domenica sera, nel quartiere di Ras Al Amud, sul versante del Monte degli Ulivi che dà le spalle alla Città Vecchia di Gerusalemme è stato ritrovato il corpo di un autista impiccato. Lavorava per la compagnia Egged ed è stato trovato morto nel suo autobus. Gli altri autisti palestinesi suoi colleghi - la compagnia si serve di molti autisti arabi - hanno iniziato uno sciopero di protesta. Sul corpo dell’autista c’erano evidenti segni di percosse. L’autopsia, condotta in un ospedale israeliano, ha stabilito che si tratta di suicidio, ma i palestinesi sono sicuri che la colpa sia dei coloni ultranazionalisti. Hamas, nel rivendicare l’attentato di Har Nof, ha detto che si è trattato di una “vendetta eroica e rapida per l'esecuzione” dell’autista.

Rimane da capire come abbiano fatto due palestinesi, dai tratti somatici prettamente arabi, a entrare in una sinagoga di ebrei ortodossi, dato l’altissimo livello di sicurezza, tra cui metal detector, che è posto fuori da ogni luogo pubblico in Israele.

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