«Ho tolto gli zuccheri raffinati e il cervello funziona a meraviglia»

Pubblichiamo la traduzione di un articolo apparso nei giorni scorsi sul sito statunitense fastcompany.com a firma di Michael Grothaus, dal titolo Disintossicarmi dagli zuccheri raffinati ha cambiato la mia vita. Da digg.com.
Ho una relazione di amore/odio con il cibo. Lo amo; e lui generalmente mi odia. Detto questo, adoro mangiare così tanto che fino a qualche anno fa ero gravemente sovrappeso. Così sovrappeso che mi sono inventato una tecnologia che mi facesse perdere 40 chili. Ha funzionato e da allora ho mantenuto un peso adeguato contando le calorie che assumo ogni giorno, evitando di sgarrare e facendo esercizio fisico regolarmente.
Per la maggior parte del tempo, si è trattato di una crociera in acque calme e sono anche riuscito a mangiare quello che volevo per la maggior parte del tempo: pesce, pollo, pasta, bevande dietetiche, yogurt di frutta e uno snack una volta al giorno come un sacchetto di M&M’s o un brownie. Potevo anche permettermi il mio caffè quotidiano con zucchero compreso. Una caloria è una caloria, giusto? Finchè mi mantengo sotto le duemila calorie al giorno, so che non guadagnerò peso e rimarrò in salute.
Quando di recente ho fatto riferimento alla mia perdita di peso e alla mia dieta giornaliera a un’amica medico, mi aspettavo che si congratulasse con me per il mio successo. E nonostante comunque lo facesse, mi avvertì che, sebbene il numero di calorie che assumevo fosse corretto, stavo assumendo troppi zuccheri raffinati. Come lei sa, non ho solo interesse a mantenere un peso che mi consenta di restare in salute, ma mi preoccupo anche di tenere in forma la mia mente. Così la dottoressa mi ha spiegato come diversi studi mostrano che gli zuccheri raffinati sono dannosi sia per il nostro corpo che per i nostri cervelli.
Mi ha raccontato che è stato dimostrato che assumere troppi zuccheri raffinati – che si trovano nella maggior parte dei dolci, delle bibite, nel pane bianco e nella pasta, virtualmente in tutti gli snack con “zero grassi” o “poveri di grassi”, nei succhi di frutta, negli yogurt, nelle bevande energetiche, nella maggior parte di quello che beviamo da Starbucks (compreso il caffè), nelle salse (ketchup, maionese, salsa barbeque e sughi pronti per la pasta) e infiniti altri cibi pronti – ci rende scontrosi, ci fa prendere decisioni affrettate, e ci rende più stupidi. Il punto della mia amica era chiaro: solo perchè sono magro e i miei esami del sangue non mostrano tracce di diabete, non significa che la quantità di zuccheri raffinati che sto assumendo non stia negativamente influenzando la mia salute.
Ancora facevo fatica a credere che gli zuccheri raffinati che stavo ingerendo ad ogni pasto potessero davvero influenzare così tanto le mie abilità cognitive. È stato a quel punto che la mia amica mi propose l’unica soluzione che avrebbe potuto farmelo capire con certezza: smettere di assumere zuccheri raffinati per due settimane e provare a notarne i cambiamenti. Fu esattamente quello che feci. Il giorno in cui iniziai la mia dieta, pensavo che fosse solo uno sforzo inutile e che avrei notato pochissime se non nessuna differenza. Come mi sbagliavo. Fu una rivelazione.
Smettere di mangiare zuccheri raffinati non è stato facile prima di tutto dal punto di vista pratico. Essi si trovano infatti praticamente in tutti i cibi confezionati, nelle bibite e nella maggior parte dei pasti presi al fast food (un menu grande con Big Mac contiene 85 grammi di zucchero – il 236% del vostro fabbisogno giornaliero). Questo significa che se avessi voluto evitare gli zuccheri, avrei dovuto spendere più tempo cucinando a casa di quanto non facessi prima. Inoltre, non avrei dovuto eliminare solo il mio premietto giornaliero, ma anche tutte le bibite in lattina, il pane bianco, la pasta e quegli yogurt apparentemente “sani” con finta salsa di frutta aggiunta solo per modificarne il sapore. Ho dovuto anche rinunciare a zucchero e latte nel mio caffè.
Invece di mangiare tutta la robaccia che ho elencato sopra, la mia dieta per due settimane si costituiva solo di cibo fresco: frutta e verdure, pesce, pollo, carne, riso e pasta integrali. Mangiavo buona parte di queste cose regolarmente anche prima – ma le alternavo a cibo contenente zuccheri raffinati.
È anche importante notare che per quelle due settimane non ho rinunciato del tutto agli zuccheri, ma solo a quelli raffinati. Ho mangiato parecchi zuccheri semplici – quelli che si trovano principalmente nella frutta, che il corpo trasforma in glucosio a partire dalle proteine, dai grassi e dai carboidrati che introduciamo, che sono un importante sorgente di carburante per il nostro corpo e, ancora più importante, per il cervello. Senza il consumo degli zuccheri naturali, il corpo non avrebbe abbastanza benzina per sopravvivere a lungo.
Un ultimo punto critico: non ho cambiato la quantità di calorie che introducevo. Cercavo di stabilizzarmi su un numero compreso tra le 1900 e le 2100 calorie al giorno, proprio come facevo prima di iniziare la dieta. Ho anche continuato a fare regolare esercizio fisico. Quando tutto era programmato, ho cominciato la mia dieta priva di zuccheri raffinati ed ecco che cosa ho sperimentato.
Il primo giorno pensavo sarebbe stata una passeggiata. Ho mangiato un bel po’ di frutta, pesce per pranzo, una bistecca con contorno di verdure per cena. Non ho messo zucchero nè latte nel mio caffè e ho saltato il mio spuntino dolce – ma non è stata poi una rinuncia così grande.
Le cose sono cambiate radicalmente dal secondo giorno. Anche se avevo fatto una colazione abbondante e avevo pranzato (due arance, uova, riso integrale e verdure), intorno alle due del pomeriggio mi sono cominciato a sentire come se fossi stato investito da un camion. Questo annebbiamento e il mal di testa sono continuati in maniera intermittente per i successivi due o tre giorni. Durante quel periodo di tempo, avevo continuamente desiderio di una bibita gassata o di dolci. Il terzo giorno, ho avuto i brividi per un certo periodo di tempo. È stata molto, molto dura non mollare il colpo.
«Dal momento che non soddisfacevi la tua dipendenza, il tuo cervello urlava chiedendo dello zucchero per soddisfare la sua astinenza», dice Rebecca Boulton, una nutrizionista specializzata nella salute ormonale e nella astinenza da zuccheri, che ho contattato per aiutarmi a capire cosa stesse succedendo al mio corpo. «Questo è un periodo di transizione, e comincia con un peggioramento, prima di un miglioramento».
Alla fine del quarto giorno, avrei venduto il mio cane per un brownie. L’annebbiamento e la mancanza di concentrazione ad un certo punto sono diventate intollerabili, ero preoccupato che non sarei riuscito a concentrarmi sulle storie che avevo bisogno di scrivere quella settimana. Ho seriamente considerato l’idea di bere una bibita energetica “per il mio bene” (ho resistito). Inutile dire che la foschia nel mio cervello e la risultante mancanza di concentrazione mi resero parecchio irritabile e addirittura depresso. Ero di cattivo umore, impaziente, incapace di concentrarmi sulle cose per una quantità decente di tempo.
«Il tuo corpo si stava sforzando di adeguarsi alla tua nuova alimentazione e alla riduzione di zuccheri», mi ha spiegato la Boulton. «È programmato per avere energia dallo zucchero e impiega del tempo ad abituarsi ad ottenerlo da altre risorse. Sembra quasi come una sbronza».
Ma al sesto giorno, qualcosa è successo. La nebbia ha cominciato a diradarsi insieme con i persistenti attacchi di cefalea. La frutta che mangiavo giornalmente cominciò a sembrarmi più dolce. Intorno ai giorni otto e nove, ho cominciato a sentirmi più concentrato e lucido in un modo che non ricordavo possibile. Questo si è tradotto in una maggiore produttività – per esempio, ero più coinvolto nelle interviste che facevo. Ero capace di focalizzare la mia attenzione su quello che gli altri dicevano e di rispondere più velocemente alle loro domande ribattendo con altre domande e riformulando idee con una velocità e una chiarezza che non avevo mai posseduto prima. Mentre leggevo un libro o un articolo di giornale, mi sentivo di assorbire più dettagli e informazioni di quanto facessi prima. In sostanza, mi sentivo più intelligente.
La Dottoressa Boulton dice che la maggiore dolcezza che percepivo nell’assaporare la frutta era un segno che il mio corpo si stava adeguando allo svezzamento dagli zuccheri raffinati. Le mie papille gustative si stavano adeguando alla nuova sensazione della dolcezza naturale della frutta. In cambio, i miei mal di testa si erano fermati perchè il mio corpo aveva smesso di combattere l’astinenza. «Gli zuccheri nel tuo sangue sono ora bilanciati e non cavalcano più le montagne russe», ha detto «ed è questo meccanismo che ha aumentato la tua lucidità». Parlando di questo: intorno agli ultimi giorni della mia dieta, mi sentivo talmente concentrato da essere una persona diversa. Questo si è tradotto in un cambiamento dell’umore che hanno notato anche i miei amici. Sembra stupido, ma mi sentivo più felice di quanto non lo fossi due settimane prima.
L’umore e la lucidità mentale non sono stati gli unici benefici che ho ottenuto. Il sonno costituisce una parte importante della salute mentale. Non solo dà riposo alla coscienza dalle attività che svolgiamo durante il giorno, ma aiuta anche a eliminare tossine dal nostro cervello. Una buona dormita è così in grado di renderci più svegli. «I tuoi livelli di insulina sono regolati in modo da bilanciare la quantità di zuccheri nel sangue», mi ha spiegato la Boulton. «Questo promuove schemi di sonno salutari e ci dà parecchia energia, riducendo così anche la stanchezza e permettendoci una maggior concentrazione. Dal momento che gli altri ormoni lavorano in sinergia, si scatena un effetto domino con un risultato ancora migliore su energia, sonno e funzionamente cerebrale».
Non mi aspettavo che smettere di mangiare zuccheri raffinati mi avrebbe fatto dormire meglio, ma così è stato. In media, intorno al sesto o settimo giorno di dieta, mi addormentavo dopo dieci minuti che mi ero coricato. Prima di iniziare la dieta invece ce ne volevano almeno trenta. Ho anche scoperto che riuscivo a svegliarmi prima e più naturalmente e che non era più così difficile alzarmi dal letto la mattina.
L’ultima cosa che voglio nominare riguardo alla mia dieta è il suo effetto sul mio peso. Dato che non mi sono sottoposto a questo esperimento per perdere peso, ho continuato a mangiare lo stesso numero di calorie. Ho mangiato anche grassi (carne rossa, avocado), carboidrati e zuccheri naturali (frutta, verdura e pasta integrale). L’unica cosa che è cambiata è stata eliminare le calorie che provenivano dagli zuccheri raffinati. E ho perso più di 5 Kg. La ragione era che il mio corpo non stava più continuamente combattendo contro un’immensità di zuccheri raffinati da dover processare, ha detto la Boulton. «Lo zucchero causa un picco di glicemia e dei livelli di insulina nel tuo sangue e aumenta la distruzione dei neurotrasmettitori a livello cerebrale. Il risultato è un aumentato accumulo di grassi» mi ha spiegato. «Mangiare più proteine, fibre, frutta e verdura aumenta il tuo metabolismo e il corpo è così in grado di bruciare le marcomolecole più velocemente. Non è una questione che riguarda il numero di calorie ma piuttosto la qualità del cibo che assumiamo e il modo in cui il nostro corpo trasforma quel cibo».
Dopo due settimane di questa dieta, posso ammettere che le mie supposizioni riguardo a quello che consumavo in precedenza e agli effetti sul mio corpo e sulle funzioni cognitive erano in buona parte errate. Dopo solo due settimane mi sentivo come se un velo fosse stato sollevato e potessi vedere chiaramente per la prima volta. Mentalmente mi sento come non mi sono sentito per anni. Sono più allegro, più consapevole e più concentrato. Dormo meglio senza interruzioni e mi sveglio riposato come mai – non sentivo questa energia da quando ero un adolescente. Anche la mia relazione con la fame ha avuto un cambiamento. Certo, ho ancora fame – ma non così spesso. Questa dieta infatti mi sazia e non mi fa sentire la fame per sette o otto ore. Ho realizzato che molte delle volte in cui mi sentivo affamato prima di questa dieta – ogni tre o quattro ore – erano un segnale del mio corpo che cercava una ricarica di zuccheri. Non era vera fame.
Pensavo che il bisogno di quegli snack una volta al giorno fosse perfettamente normale così come l’avere dello zucchero nel mio caffè. Quegli scaffali pieni di barrette di cioccolato vicino alla cassa? Per me ora sono paragonabili a poltiglia di cartone – ecco quanto li desidero. Disintossicarmi dagli zuccheri raffinati ha consentito al mio corpo di resettare la percezione del dolce. Per la prima volta nella mia vita, la ricchezza e le sfumature dei sapori di frutta e verdura esplodevano non appena le mettevo in bocca. Ora capisco come mai nel secolo scorso le arance venivano donate ai bambini il giorno di Natale – sono incredibilmente dolci. A chi serviva il cioccolato?
Per quanto la mia esperienza sia stata positiva – e per quanto la sensazione sia fantastica – sono preoccupato che non riuscirò sempre a resistere. Le probabilità sono contro di me. Lo zucchero raffinato è infatti nascosto in decine di migliaia di cibi e la sua capacità di creare dipendenza, specialmente sul cervello, è più potente di quella della cocaina. Il suo potere commerciale è dappertutto, tanto che è quasi impossibile riuscire ad evitarlo, a meno che non abbiate voglia di fare come ho fatto io e di preparare tutto quello che mangiate con cibo fresco – cosa che il tempo e gli impegni di lavoro non sempre rendono possibile. Comunque, I benefici che ho ottenuto sono troppo grandi per essere ignorati e spero che questo possa già essere sufficiente.