Svolta

«Ho ucciso Yana per errore, con un pugno allo sterno»: la confessione di Stratan

La versione (scricchiolante) dell'ex fidanzato, che ha confessato il femminicidio della 23enne romanese

«Ho ucciso Yana per errore, con un pugno allo sterno»: la confessione di Stratan
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«L'ho uccisa per errore, con un pugno allo sterno». Dopo quasi cinquanta giorni di silenzio, Dumitru Stratan ha confessato di aver ucciso lui Yana Malayko (come riporta PrimaTreviglio), la 23enne originaria di Romano di Lombardia scomparsa e poi ritrovata senza vita in un bosco di Castiglione delle Stiviere (Mantova). L'ex fidanzato della giovane barista era in carcere già dal giorno dopo l'omicidio, incastrato da incongruenze e silenzi che per quasi due mesi hanno gettato ancora più orrore sull'ennesimo brutale femminicidio.

La confessione

I funerali di Yana, a Romano di Lombardia

Stratan è crollato di fronte al procuratore capo Manuela Fasolato e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Mantova. Era stato lui stesso, nei giorni scorsi, a chiedere di essere sentito dagli inquirenti in carcere, assistito dai suoi avvocati Andrea Pongiluppi e Domenico Grande Aracri. Secondo la sua (zoppicante) ricostruzione, avrebbe sì ucciso Yana, la sera tra il 19 e il 20 gennaio, nell'appartamento che condividevano a Castiglione delle Stiviere, ma non intenzionalmente. Le avrebbe sferrato un pugno allo sterno, senza intenzione di farle davvero del male. Solo più tardi, dopo diversi minuti trascorsi in un'altra stanza dell'appartamento, si sarebbe reso conto che la 23enne era morta. Insomma: non un omicidio volontario, tantomeno premeditato, ma un omicidio preterintenzionale.

Una versione che scricchiola, e che non spiega troppe cose, secondo la famiglia della giovane romanese. Intanto, come noto, la ragazza fu ritrovata in un trolley, nascosto in un boschetto al confine tra Castiglione delle Stiviere e Lonato (Brescia), e proprio per questo i pm avevano contestato a Stratan, principale indiziato fin dall'inizio, non solo l'omicidio premeditato ma anche l'occultamento di cadavere.

L'autopsia sul cadavere di Yana, poi, aveva accertato come la ragazza fosse stata picchiata e poi strangolata a morte: una dinamica difficilmente compatibile con quella che ora, dopo cinquanta giorni di silenzio, sostiene l'assassino.  Perché la scena del crimine era piena di sangue? E come si è procurata, Yana, tutte quelle ferite rilevate dall'autopsia? Tutti interrogativi cui Stratan dovrà  evidentemente dare una risposta, per sostenere la sua  teoria dell'omicidio preterintenzionale.

Da parte sua, tramite l'avvocato trevigliese Angelo Lino Murtas la famiglia Malaiko ha fatto sapere di voler proseguire in tutte le sedi con la tesi che fin dal principio sembrava evidente: quello di Yana è stato un omicidio volontario e forse persino premeditato.

Murtas: «Falso, è stato un omicidio e premeditato»

Di più: nell'occultamento del cadavere, rivela oggi l'ex commissario di Polizia di Treviglio, legale della famiglia, potrebbe persino avere avuto dei complici. Il padre, nei giorni scorsi, aveva detto di avere fiducia nella Giustizia, e di confidare nel fatto che l'assassino di sua figlia avesse il massimo della pena.

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