Presentati all'Experimental Biology Meeting

I cibi che fan perdere la memoria

I cibi che fan perdere la memoria
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Dopo il sudoku e le parole crociate, strategie numeriche e letterali, per allenare la memoria o cercare di ricordare il maggior numero di parole in un determinato tempo ripetendole a voce alta, ecco da un gruppo di ricercatori dell’Università di Louisville, negli Stati Uniti, arrivare anche dei suggerimenti alimentari pro-memoria. Presentati all'Experimental Biology Meeting, un importante convegno del settore, a Boston (Usa) si tratta però di indicazioni ancora potenziali, in quanto testate solo in laboratorio. In buona sostanza, si dovrebbero ridurre o ancora meglio eliminare dalla dieta i cibi ricci di metionina che favorirebbero il declino cognitivo.

 

 

Tutto quel he fa la metionina. Non si tratta di Carneade, mitico personaggio sulla cui identità si interrogava  Don Abbondio nei Promessi Sposi, ma ci chiediamo comunque chi sia costei, perché scommettiamo che pochi lo sanno. La metionina è un amminoacido essenziale, che significa che il corpo umano non è in grado di ricavarlo da altre molecole organiche, ma che deve procurarselo attraverso vie alternative, come l’alimentazione ad esempio o gli integratori. Questo amminoacido svolge importanti funzioni nell’organismo perché è un precursore di diverse molecole: la carnitina, che è fondamentale per la conversione degli acidi grassi in energia; la cisteina o la creatina, la quale soddisfa le richieste energetiche del meccanismo anaerobico; la taurina che è in grado di regolare il volume cellulare, calcio e bile; la colina che fa parte dei fosfolipidi che costituiscono le membrane. Ancora, è precursore di diverse sostanze coinvolte nel sistema nervoso e della vitamina B12.

Un effetto negativo. Tra tutte queste positive funzioni, ce n’è una però in cui difetta o meglio eccede: perché, se la metionina è presente in quantità molto elevate nell’organismo, rallenterebbe le facoltà cerebrali. Disattiverebbe cioè un gene fondamentale per memoria e apprendimento, il gene per la molecola netrina, che favorisce la formazione di connessioni tra neuroni, ovvero le sinapsi fondamentali nei meccanismi del cervello.

 

 

La scoperta, ancora a livello sperimentale, quindi osservata per il momento solo in laboratorio, arriva da un gruppo di ricercatori americani, i quali, conducendo una serie di esperimenti dietetici sui topolini, avrebbero notato come questi, nutriti con una dieta ricca di metionina e povera di B12, B6 e acido folico, nell’arco di poche settimane perdevano parte delle facoltà cerebrali, evidenziavano cioè una minore capacità mnemonica e un progressivo deficit dei ricordi. Come se non bastasse, l'eccesso di metionina provocava negli animali anche la produzione di omocisteina, una sostanza collegata a svariate malattie cardiache e vascolari. Una volta che tornavano ad essere nutrite con netrina (il gene della memoria), però, le bestiole ritornavano in possesso delle loro potenzialità cerebrali e mnemoniche. A significare che quindi il processo è reversibile: ritorna alla normalità una volta che viene interrotta (abbassata in questo caso) l’assunzione di metionina.

Cibi che contengono metionina. Non resta che da chiedersi questo: dove si trova la metionina? Innanzitutto nella carne rossa, nelle uova e in alcune tipologie di pesce come il merluzzo sotto sale, ad esempio, lo stoccafisso, le acciughe e il tonno sott’olio, lo storione affumicato che contengono metionina in grandi quantità e che sono i principali alimenti, quindi, da evitare nella dieta pro-memoria. E poi, di meno, in alcuni formaggi, come il grana o l’edam o il caprino stagionato, nel latte e derivati, nei legumi e in alcuni tipi di frutta secca come le noci brasiliane. Dunque, meglio arricchire a questo punto la tavola con frutta e verdura che male non fanno. Anzi, sono straraccomandate dalla dieta mediterranea. Almeno cinque porzioni al giorno di entrambe, lo ricordiamo.

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