I dehors piacciono a tutti e resteranno (forse per sempre) ma non gratis
Chi vuole può continuare. Dal primo gennaio però si pagherà l’occupazione del suolo
L’accelerazione imposta dalla pandemia in alcuni campi è stato impressionante. Ne ha beneficiato la digitalizzazione della pubblica amministrazione nei rapporti con cittadini, il cosiddetto “lavoro agile”, la possibilità per i locali (e per gli utenti) di avere tanti dehors, duecento per la precisione. Che resteranno anche oltre il primo ottobre, a parte quelli sulle corsie preferenziali degli autobus (come nelle vie Borgo Santa Caterina e Broseta). Parola del sindaco Giorgio Gori: «Da parte nostra c’è la volontà di stabilizzarli», ha detto a L’Eco di Bergamo.
I locali pagheranno. L’occupazione del suolo pubblico dovrà essere però pagata al Comune dal primo gennaio. Ovviamente andrà avanti chi vorrà, non ci sono obblighi ne disinguo. «Insieme al divieto di asporto, i dehors hanno contribuito a garantire condizioni di sicurezza che non erano per niente scontate. Mi pare che siamo riusciti a garantire la voglia di socialità e divertimento evitando situazioni di assembramento», ha aggiunto il sindaco.
Affrontare l’inverno. Certo, quando fa freddo non è la stessa cosa. Bisogna attrezzarsi diversamente. Ma è una cosa che viene fatta anche nel Nord Europa, dove caldo di certo non fa. La soluzione? Strutture protettive laddove è possibile e soprattutto stufe a fungo e lampade riscaldanti per esterni.