Il piano regionale

I dubbi dell’Ordine dei Medici: «Tutti vaccinati entro giugno? Improbabile»

Anche se l’approvvigionamento dei vaccini fosse efficace, non ci sono équipe disponibili e la procedura è rallentate: lo dice il presidente bergamasco Guido Marinoni

I dubbi dell’Ordine dei Medici: «Tutti vaccinati entro giugno? Improbabile»
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Che ci possano essere degli annunci un po’ troppo ottimistici e una considerazione dell’impresa un po’ fantascientifica lo si è capito quando Guido Bertolaso, in sede di conferenza stampa, ha dato l’impressione che per lui Sputnik sia solo un’astronave, e non il vaccino russo. Scherzi a parte, con 36mila dosi di vaccino distribuite in provincia di Bergamo nel primo mese di campagna vaccinale, come da numeri delle tre Asst della provincia, qualche dubbio sul completamento del piano vaccinale viene.

Guido Bertolaso, il nuovo deus ex machina della campagna vaccinale regionale, ha parlato appunto della fine del mese di giugno come data possibile per terminare le operazioni. I dubbi arrivano da più parti. A L’Eco di Bergamo Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, ha detto: «I problemi, sempre che l’approvvigionamento dei vaccini sia efficace e puntuale, stanno nel numero delle équipe disponibili, e nella procedura, che così com’è, ha sacche di rallentamento non risolte», come i 15 minuti necessari per la registrazione della vaccinazione nel sistema informativo regionale Siavr, che non è proprio di facile utilizzo.

Più verosimile indicare la fine del 2021 come termine per la campagna vaccinale di massa. I medici di medicina generale che hanno dato la loro disponibilità in provincia sarebbero 600, ma di certo non si può pensare a un loro impiego in massa a orario pieno: hanno altro da fare. Ci vorrebbero risorse diverse, che però scarseggiano. I 22 tra medici e infermieri che avrebbero offerto la loro disponibilità, secondo il piano Arcuri, non sarebbero per ora più di 15.

Il problema del bando nazionale sarebbe la remunerazione: 6mila euro lordi al mese per tre mesi di contratto, tolti gli oneri fiscali e di contribuzione, non sarebbero molto allettanti: bisogna pagarsi le spese di trasferimento e rinunciare ad altri lavori. Stessa cosa per i 3mila euro agli infermieri.

Una mano alle operazioni la daranno sicuramente gli spazi: utilizzare centri in cui si possa garantire un’affluenza di massa, con diverse linee di vaccinazioni ed équipe in campo, è la direzione giusta. Ma non basta, è convinto Marinoni.

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