il commento al nuovo Dpcm

I dubbi di Fontana su mascherine, negozi e rientro al lavoro: «Serve maggiore chiarezza»

I dubbi di Fontana su mascherine, negozi e rientro al lavoro: «Serve maggiore chiarezza»
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L'annuncio del nuovo Dpcm da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come era facile prevedere, ha lasciato dietro di se una serie di interrogativi. Tra questi, con la riapertura delle attività i genitori che dovranno tornare al lavoro a chi potranno lasciare i loro figli, considerato che le scuole rimarranno chiuse fino a settembre?

Per non parlare del nodo mascherine. Secondo il documento governativo pare non sia più obbligatorio il loro utilizzo all'aperto ma solo al chiuso. Tuttavia in Lombardia l'obbligo di un utilizzo all'aperto era stato stabilito da un'ordinanza emessa dalla Regione: si arriverà a una revisione dell'ordinanza oppure ci si adeguerà alla normativa che entrerà in vigore lunedì 4 maggio?

Nel merito è intervenuto a Sky Tg24 il governatore regionale Attilio Fontana. «La principale criticità del decreto credo risieda nella mancanza di chiarezza e di regole precise per gestire la riapertura - ha evidenziato -. Mi chiedo ad esempio chi dovrà effettuare i controlli sul trasporto pubblico locale e in secondo quali parametri. Quali soluzioni si offriranno alle famiglie che tornano a lavorare? Questo è un grosso problema. Come Regione stavamo andando nella direzione di riaprire micro-centri di aggregazione per i bimbi ma l’Istituto superiore di sanità ci ha detto che non è una soluzione accettabile. Sono dell’idea che uno dei due genitori debba restare a casa per accudire i figlio ed eventuali riduzioni nel reddito vengano compensate dallo Stato. E’ una idea, possono essercene tante altre, ma bisogna trovare una soluzione».

Entrando nel merito dell'obbligatorietà o meno dell'utilizzo delle mascherine anche all'aperto, Fontana ha spiegato di essere «a favore del mantenimento dell'obbligo. Vorrei però avere garanzie da parte della Protezione civile circa la fornitura di questi dispositivi a tutta la popolazione».

Infine, riguardo le aperture delle attività commerciali in date diverse il presidente regionale ha concluso dicendo che «all’inizio dell'emergenza avrei chiuso di più. Adesso, tenuto conto del fatto che dovremo convivere con il virus fino a che non si individuerà un vaccino o una terapia, credo che si sarebbero potuti allentare maggiormente le restrizioni, imponendo maggiore attenzione nei controlli. Ritengo si sarebbero potuti riaprire alcuni negozi, contingentando gli ingressi e magari alternando le riaperture su diverse fasce orarie della giornata. Se si dovesse tenere conto solo dell’R0 (cioè il parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva ndr) si eliminerebbero una serie di comparti interi».

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