21 anni di carcere

I giudici riconoscono un'«intolleranza di natura razzistica» in Patelli, l'omicida di via Novelli

L'allora 19enne «per un semplice, quanto giustificato, rimprovero, ha strappato per sempre agli affetti dei suoi cari un uomo di 34 anni»

I giudici riconoscono un'«intolleranza di natura razzistica» in Patelli, l'omicida di via Novelli
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La sentenza della corte d'Appello sull'omicidio di via Novelli ha confermato la condanna di Alessandro Patelli a 21 anni di carcere e 300 mila euro di provvisionali ai familiari, ma non solo. Se nel primo grado i giudici avevano infatti lasciato scivolare la questione razziale, in Appello no, in quanto hanno scritto che, pur condividendo gli elementi che hanno portato al riconoscimento delle attenuanti generiche, li ritengono «offuscati dalla spregiudicatezza con la quale ebbe, in definitiva, a ricercare un pretesto per poter sfogare la propria pulsione violenta, cui non è risultata affatto estranea una qualche deplorevole intolleranza di natura razzistica».

L'atteggiamento di Patelli

L'omicida di Marwen Tayari, 34 anni tunisino di Terno d'Isola ucciso al culmine di una lite scoppiata alle 13 dell'8 agosto 2021 in via Novelli 4, ha oggi 22 anni e resta condannato a 21 anni di carcere perché la corte non ha accettato le motivazioni del ricorso del suo difensore, che chiamava in causa la legittima difesa, quantomeno putativa (e cioè avrebbe erroneamente ritenuto di essere in pericolo).

Secondo i giudici, invece, fu proprio «l'atteggiamento permanentemente provocatorio e di sfida» di Patelli a portare alla tragedia. Il tunisino infatti, dopo aver rimproverato il ragazzo per avere urtato per strada sua figlia, si sarebbe allontanato verso via Paglia, se non fosse stato che «l'atteggiamento permanentemente provocatorio e di sfida» di Patelli lo fece tornare sui propri passi. «L'imputato, per un semplice, quanto giustificato, rimprovero, ha strappato per sempre agli affetti dei suoi cari, davanti agli occhi di una bambina, un uomo di 34 anni», scrivono i giudici.

La matrice razziale

La matrice razziale viene invece letta nelle frasi dette dal giovane e riportate dalla moglie e dalla figlia di Tayari: «Vieni qua adesso, se hai i c…», «Voi arabi siete capaci di fare casino solo con le bottiglie rotte» e «Allontanati figlio di p…, straniero di m…». Inoltre, i giudici osservano come la sfida «neppure risulta sia stata davvero accettata dal Tayari, atteso che il medesimo (…), anziché utilizzare la bottiglia di birra (che aveva in mano, ndr), l’aveva appoggiata in terra e si era limitato a fare uno sgambetto al Patelli». I due erano caduti a terra, l'allora 19enne era finito sotto e – secondo la difesa –, nel terrore di soccombere, aveva sferrato coltellate alla cieca. Ma, fa notare la Corte, «non era Tayari che si gettava su Patelli, ma era Patelli che tirava verso di sé a terra il Tayari».

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