la nota unitaria

Rafforzamento delle unità di controllo: «L'Ats insufficiente nella sorveglianza»

La polemica dei sindacalisti: «A Brescia chieste 47 unità in più, a Bergamo soltanto 11. Non bastano»

Rafforzamento delle unità di controllo: «L'Ats insufficiente nella sorveglianza»
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«L'attuale emergenza sanitaria della nostra Regione e soprattutto del nostro territorio rende necessario rinforzare le dotazioni organiche dedicate alla attività di sorveglianza e di indagine epidemiologica per garantire l'individuazione e l'isolamento di eventuali possibili nuovi cluster epidemici». Lo scrivono in una nota unitaria Angelo Murabito, Roberto Rossi, Daniele Ballabio e Antonio Montanino per le segreterie provinciali di Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl.

La ragione della lettera è semplice: le categorie sindacali del pubblico impiego orobico ritengono che il fabbisogno dell'Ats non possa limitarsi a 11 unità, come invece richiesto dall'ente. «È un numero assolutamente insufficiente per l'attività di indagine epidemiologica, tracciamento dei contatti, monitoraggio delle persone in quarantena, esecuzione dei tamponi e il tempestivo inserimento dei dati dei sistemi informativi – aggiungono -, soprattutto considerato che quest'attività è tipica dell'Ats e che il decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020 segnala che devono essere messe a disposizione nelle diverse articolazioni aziendali non meno di 1 persona ogni 10mila abitanti. La provincia di Bergamo ha una popolazione residente di più di 1.116.000 persone».

I sindacati, inoltre, segnalano come il personale abbia affrontato l'emergenza senza sosta, lavorando anche di sabato e di domenica. «Molti si sono ammalati, alcuni purtroppo non ci sono più – proseguono -. Questa struttura merita di essere rinforzata non soltanto con 11 unità. L'Ats di Brescia prevede un fabbisogno in aumento di 47 unità.  Serve un numero di assunzione maggiore e adeguato alla reale esigenza del territorio».

Per questa ragione Murabito, Rossi, Ballabio e Montanino richiamano la Direzione strategica dell’Ats Bergamo a «correggere la richiesta della propria dotazione organica, dimostrando di avere a cuore la tutela della salute e della sicurezza del proprio personale, ma soprattutto dei bergamaschi che meritano di avere un'Ats in grado di svolgere pienamente i propri compiti».

«Considerando che il virus non è purtroppo debellato, occorre essere più che pronti ad una possibile, anche se non certamente auspicabile, seconda ondata dell’epidemia – concludono i sindacalisti -. Una sanità pubblica efficiente, sia ospedaliera sia territoriale, con il giusto numero di personale è l'arma di tutela più forte.  Ci auguriamo che anche la direzione di Ats sia convinta di questo e agisca di conseguenza».

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