Una crescita impressionante

Che cosa sono i sukuk (e non chiamateli bond islamici)

Che cosa sono i sukuk (e non chiamateli bond islamici)
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È notizia di lunedì 8 settembre che Goldman Sachs si sta preparando a emettere il suo primo “sukuk”, ovvero quello che nel mondo della finanza è noto come “bond islamico”. Il Financial Times ha reso noto che la potente banca d’investimenti incontrerà nei prossimi giorni investitori del Qatar e degli Emirati Arabi per l’emissione di obbligazioni quinquennali da circa 500 milioni di dollari. L’obiettivo di Goldman Sachs sarebbe quello di diversificare il proprio pacchetto di investimenti e per farlo ha deciso di puntare sui sukuk e, dunque, sulla finanza islamica, che sta avendo una crescita impressionante: sale ad un ritmo superiore al 50% rispetto al settore bancario tradizionale e si è stimato che gli investimenti globali toccheranno quota 1.300 miliardi di sterline entro l’anno in corso. A fornire questi dati è stato David Cameron, primo ministro inglese, quando ha spiegato i motivi di una nuova apertura della finanza londinese al panorama economico islamico. Non è un caso che proprio diversi sukuk siano stati alla base della realizzazione di diversi progetti in terra londinese: dal grattacielo più alto d’Europa (310 metri) disegnato da Renzo Piano, lo Shard London Bridge, al villaggio olimpico dei Giochi di Londra 2012. Ma cosa sono, precisamente, i sukuk?

 

Sukuk crescita stimata

In questo grafico, redatto dal 2012 per una ricerca di mystarjob.com, si possono vedere le incredibili stime di crescita del mercato dei sukuk

 

Attenzione alla terminologia. I sukuk vengono normalmente chiamati, nella finanza occidentale, bond islamici. Formalmente sono dei certificati d’investimento conformi alle regole della Sharia, la legge islamica che proibisce ogni forma di prestito a interesse. Per questo motivo, a differenza delle obbligazioni classiche che prevedono un ritorno con interessi dell’investimento compiuto, i sukuk corrispondono invece ad un progetto concreto. Per essere più chiari, questa forma d’investimento prevede che un soggetto fornisca denaro per la realizzazione di un progetto ben determinato, di cui diventa proprietario di quote-parte con la sottoscrizione del sukuk. A differenza che nei bond, dunque, in cui lo scopo ultimo è il reperimento di liquidità e il cui prezzo varia a seconda di diversi fattori (scadenza, rischiosità dell’investimento, tasso d’interesse), i sukuk sono dei certificati fiduciari rappresentanti quote-parti di determinati beni e hanno quindi un fine ultimo ben tangibile: la realizzazione del progetto o del bene in questione. Per questo motivo, quando nel 2013 la grande finanza occidentale iniziò ad interessarsi ai sukuk, molti esperti di finanza islamica ci tennero a precisare che definirli “bond islamici” era non solo un ossimoro, essendo basati i sukuk proprio sull’assenza del rapporto prestito-interesse alla base dei bond, ma anche fuorviante ed errato.

expo dubai 2020
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In vista di Expo 2020 in Dubai, la finanza occidentale si sta muovendo sempre più verso i mercati finanziari asiatici e arabi

A Goldman Sachs sign is seen over their kiosk on the floor of the New York Stock Exchange
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La Goldaman Sachs è pronta a compiere un investimento da 500 milioni di dollari attraverso la emissione del suo primo sukuk

shard london bridge
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Come il villaggio Olimpico, anche lo Shard London Bridge, il grattacielo più alto di tutte Europa (310 metri) e disegnato da Renzo Piano è stato realizzato con la emissione di sukuk islamici

Villaggio Olimpico Londra 2012
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Il villaggio Olimpico di Londra 2012 è stato realizzato anche attraverso la emissione di sukuk

Perché tanto interesse? Se Goldman Sachs è oramai pronta a compiere il suo investimento, il sito de Il Sole 24 Ore spiega che il Sudafrica è pronto a seguire la strada americana con l’emissione di sukuk per circa 500 milioni di dollari. Il primo Paese occidentale ad aver compiuto questo passo, è stato il Regno Unito, con una prima emissione di sukuk avvenuta in giugno, che ha raccolto oltre 200 milioni di sterline. In precedenza, solamente piccoli Stati dell’Africa, come Gambia e Sudan, si erano interessati a questo mercato finanziario, ma per cifre certamente non considerevoli. Il motivo per cui l’interesse verso i sukuk si sta velocemente ampliando è dato dal fatto che c’è la volontà di intercettare i sempre più ricchi flussi di liquidità asiatici e mediorientali, attraverso il finanziamento di diverse infrastrutture in Africa. Sintomo dell’alto interesse che circonda i sukuk sono anche i progetti avviati da Lussemburgo e Hong Kong (entrambi Paesi da “tripla A” nei rating finanziari) per l’emissione di loro sukuk, che vanno da un valore di circa 200 milioni di euro per il primo, fino addirittura al quasi miliardo di dollari per il secondo. L’Italia, come spesso accade in questi casi, resta ad osservare, anche se qualcosa già si muove: la società di servizi finanziari Azimut Holding sta raccogliendo capitali per il proprio sukuk che, a breve, dovrebbe sbarcare in Asia. La crescita di questi nuovi (almeno per il mercato occidentale) strumenti d’investimento è così rapida che Moody’s ha stimato in circa 300 miliardi di dollari la cifra che dovrebbe toccare l’emissione di nuovi sukuk nel 2014, con oltre un terzo della cifra emessa da Stati sovrani. Questo quota è destinata però a crescere ulteriormente in vista di Expo 2020, che si terrà a Dubai. L’Occidente si sta muovendo per tempo per ottenere i massimi guadagni con gli investimenti destinati a quell'evento.

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