Il bilancio della seconda vita dell'ospedale in Fiera: 135 persone curate, 29 le vittime
Alla riapertura, il 2 novembre scorso, erano stati predisposti 48 letti per pazienti con gravi difficoltà respiratorie. Al massimo ne sono stati curati 32 in contemporanea. Adesso si discute su come servirsene ancora
Lunedì scorso (25 gennaio) all’ospedale allestito nella Fiera di Bergamo è stato dimesso l’ultimo paziente. L’ultima persona ospitata dalla struttura per essere cura dopo la sua riattivazione per fronteggiare la seconda ondata della pandemia e alleggerire lo stress provocato dall’innalzamento dei ricoveri negli altri ospedali lombardi. A marzo e aprile era stata Bergamo, sommersa dai contagi, a chiedere aiuto alle altre struttura sanitarie lombarde, prima di realizzare il presidio medico in via Lunga.
Alla riapertura dell’ospedale da campo, il 2 novembre scorso, erano stati predisposti 48 letti per pazienti con gravi difficoltà respiratorie, suddivisi in moduli. Fortunatamente, secondo quanto riporta Corriere Bergamo, non sono mai stati utilizzati tutti. Nel momento più critico della seconda ondata sono stati 32 i malati curati contemporaneamente dal personale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII in collaborazione con le Asst Bergamo Est e Ovest, il Policlinico di Zingonia, la clinica San Francesco e la Poliambulanza di Brescia. Nel complesso, sono stati curate 135 persone, i decessi sono stati 29.
Ora lo sguardo e l’attenzione di tutti sono rivolti a quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi, qualora si riacutizzassero i ricoveri. L’auspicio è che per la fine di febbraio si possa iniziare a riprogrammare la nuova (e normale) attività del polo fieristico.
Prima di qualsiasi decisione però, a farla da padrone, saranno ancora i dati relativi all’andamento epidemiologico. Ieri, giovedì 28 gennaio, in Lombardia sono stati accertati 2.603 positivi, di cui 116 a Bergamo. Fortunatamente i ricoveri sono in calo: 371 i pazienti lombardi in terapia intensiva (-6) e 3.537 i malati ospitati nei reparti ordinari (-36).