Domingo al Donizetti Opera: il silenzio della Fondazione e le posizioni in Comune
Il collettivo femminista NonUnaDiMeno ha definito la sua presenza in città una «nota stonata» e lanciato un appello alla Fondazione Donizetti che per ora resta in silenzio. Palazzo Frizzoni è garantista ma la lettera ha suscitato alcune riflessioni
L’inaugurazione del nuovo Teatro Donizetti rischia di essere compromessa dal caso “Placido Domingo”. La performance del tenore di fama internazionale nel “Belisario” in occasione del Donizetti Opera il prossimo 19 novembre è stata infatti accolta da NonUnaDiMeno come «una nota stonata» a causa dello scandalo che lo travolse nel 2019, dopo essere stato accusato l’autunno scorso di presunti abusi sessuali e molestie. Il collettivo femminista ha quindi rivolto una lettera al direttore artistico Francesco Micheli chiedendogli la possibilità di un confronto pubblico per rivedere la scelta; un appello che però, al momento, come riporta CorriereBergamo, è stato accolto con silenzio dallo stesso Micheli e dalla Fondazione Donizetti.
Ad oggi non è stato previsto alcun cambiamento nella programmazione. Tuttavia, l’uscita di NonUnaDiMeno ha fatto nascere in seno a Palazzo Frizzoni alcune riflessioni in merito all’opportunità di invitare il tenore spagnolo a Bergamo. C’è da tenere presente che Domingo non ha a suo carico alcun processo né denuncia, motivo per cui il Comune fino ad oggi ha tenuto il punto circa la sua partecipazione. Come ha spiegato l’assessore alla cultura Nadia Ghisalbeti al quotidiano cittadino la questione non è stata sottovalutata, vista la sensibilità nei confronti di questi temi. Ciononostante l’Amministrazione vuole (giustamente) essere garantista nei confronti dell’artista verso il quale non si è pronunciato alcun giudice e, per questa ragione, non ha chiesto alla Fondazione cambiamenti nel programma.
Chi invece non ha nascosto il proprio disappunto per la presenza in città di Domingo è l’assessore alle pari opportunità Marzia Marchesi, la quale ha fatto sapere che, pur non volendosi sostituire ad un giudice, con ogni probabilità non sarà presente tra il pubblico in platea.