emergenza Covid

Il dottor Lorini racconta la dura battaglia vinta dal Papa Giovanni contro il coronavirus

Il direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e area critica dell'ospedale ha commentato la notizia dell'assenza di malati Covid nella terapia intensiva della struttura cittadina, 137 giorni dopo il primo ricovero

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«Possiamo dire che ce l’abbiamo fatta. Tuttavia, se con le poche informazioni a disposizione siamo stati in grado di costruire in poco tempo un efficace sistema di difesa dal coronavirus, ora non possiamo farci trovare impreparati. Non conosciamo il futuro e nessun scienziato può predirlo. Ci auguriamo che il Covid non si ripresenti, ma dobbiamo presupporre anche un suo eventuale ritorno».

Coronavirus, approfondimento con il direttore del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell'Ospedale di Bergamo ‘Papa Giovanni XXIII’, Luca Lorini, che da ieri è #Covidfree

Coronavirus, approfondimento con il direttore del reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell'Ospedale di Bergamo ASST Papa Giovanni XXIII, Luca Lorini, che da ieri è #Covidfree - www.lombardianotizie.online

Pubblicato da Lombardia Notizie Online su Giovedì 9 luglio 2020

È un messaggio di ottimismo ma anche di prudenza quello lanciato dal dottor Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e area critica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, intervenuto nel corso del consueto approfondimento pomeridiano di Regione Lombardia. Il tema al centro del collegamento odierno è stata la notizia dell’assenza di malati Covid nella terapia intensiva dell’ospedale di Bergamo. «Era l’obiettivo che avevamo fin dalla partenza di questa gara in salita - ha sottolineato il dottor Lorini -. Ieri (mercoledì 8 luglio) finalmente anche l’ultimo paziente ricoverato con tampone positivo si è negativizzato».

«Nonostante le polemiche, a fronte delle pochissime informazioni che avevamo sulla malattia credo che difficilmente avremmo potuto fare meglio - ha aggiunto -. Il ringraziamento che il mondo ci ha fatto è stato di aver reso pubblico ciò che stavamo facendo, compreso il numero dei morti che nella prima fase ci ha fatto dubitare delle nostre capacità. Come dottori abbiamo avuto il coraggio di dire la verità, anche quando era fastidiosa. L’aspetto vincente è stata l’unione che si è creata tra tutti noi. Tutte le persone che ho visto lavorare intorno a me hanno mostrato capacità e solidità impressionanti».

E guardando al futuro, Luca Lorini lancia un monito: «Il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani sono prassi che non ci fanno vivere male o creano disagi. Dovremo continuare a mantenere un atteggiamento di precauzione per almeno i 40 giorni successivi a quando non avremo più ricoveri, morti o nuovi casi. Inoltre, è necessario mantenere attivo quanto creato nel mondo sanitario almeno fino a quando saremo certi che il virus non tornerà».

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