Il giallo sulla morte di Mr Marlboro Sigarette, kalashnikov e jihad
Pare che Moktar Belmokhtar sia morto, ucciso durante un raid americano in Libia nella notte tra sabato e domenica, ma è una notizia diffusa dal governo libico di Tobruk, senza ancora conferme statunitensi. Obiettivo del raid, secondo quanto dichiarato dal Pentagono, erano figure di Al Qaeda nel Paese. In cima alla lista degli obiettivi c’era, appunto, Belmokhtar, militante islamico algerino, massimo responsabile dell'armata terroristica creata da Bin Laden per il Magreb Islamico. E al di là della morte vera o presunta di Belmokhtar, l'azione armata costituisce una svolta nella strategia statunitense contro il terrorismo, dato che gli Usa non partecipavano a raid aerei in Libia dalle operazioni della Nato nel 2011, che portarono alla caduta del regime del colonnello Gheddafi.
Contrabbandiere spietato più che fondamentalista. La notizia della presenza in Libia di Mr Marlboro, questo il soprannome di Belmokhtar più per il vizio del contrabbando di sigarette verso il Sahel che per quello del fumo, risale allo scorso novembre ma di lui non si sapeva nulla di certo. Belmokhtar è uno dei jihadisti più sanguinari del Nord Africa, trafficante di clandestini, famoso per aver fondato la filiale africana di Al Qaeda. Da 20 anni è la guida della jihad tra l’Algeria e il Sahara più profondo, ed è considerato la mente dell’attacco all’impianto petrolifero Amenas in Algeria nel 2013, dove vennero uccisi 35 ostaggi e in tutto morirono 67 persone. Era anche accusato di aver organizzato due attentati kamikaze in Niger, in cui morirono almeno 25 persone. Chiamato anche il Bin Laden del Sahara, il suo vero nome era, o è, Khāled Abū l-ʿAbbās, 42 anni portati malissimo e una fama da emiro indiscusso di tutto il deserto. Negli anni è stato in grado di costruire un vero e proprio impero del contrabbando per finanziare le attività terroristiche. Quel che a Belmokhtar è sempre interessato erano gli affari e i soldi. Più vicino a un capo mafioso che a un fomentatore della guerra santa, il fine di ogni suo operato era il business a suo vantaggio. Fin da quando divenne noto agli agenti della Cia negli anni Novanta, è sempre stato considerato un grande nemico dagli Stati Uniti, che vedevano in lui una sorta di Bin Laden algerino, tanto da guadagnarsi anche il soprannome di Uncatchable, imprendibile.
Dall’Afghanistan al Mali. L’imprendibile mr. Marlboro è stato addestrato al jihadismo in Afghanistan, dove ha combattuto contro l’Unione sovietica. Fu sul terreno di battaglia afghano che perse un occhio. Successivamente è tornato in patria, arruolandosi nel Gruppo islamico armato di Algeria (GIA) e svolgendo la funzione di anello di congiunzione delle operazioni jihadiste in Nord Africa e Sahel, anche grazie al controllo dei traffici nella zona sahariana, nella presa di ostaggi, nel traffico di armi e con le insurrezioni promosse come la guerra in Mali.
Un curriculum business oriented. Il carisma, dovuto alla sua crudeltà e alla capacità di gestire i traffici, lo ha portato a essere uno dei combattenti più importanti di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), comandato dall’emiro Abdelmalek Droukdel. Nel 2012 si è staccato dall’Aqmi, con cui nel frattempo si erano fusi gli jihadisti algerini, per prendere il comando di un gruppo scissionista, i Mourabitun, nati dalla fusione tra la Brigata al-Mulathameen e il Movimento per l’Unità e il Jihad in Africa occidentale (Mujao). Lo scorso mese di maggio aveva smentito che il suo gruppo avesse giurato fedeltà allo Stato Islamico, e aveva rinnovato la sua fedeltà ad Al Zawahiri. In tutti questi anni di Mr. Marlboro sono state diffuse pochissime immagini, tutte con la divisa, il mitra di fianco e la bandiera nera della jihad alle spalle. Per lui, però, la jihad è sempre stata uno strumento per fare soldi, non per affermare un ideale. Chi lo conosce sa che più che un combattente in nome di Allah, Belmokhtar è un signore della guerra, freddo, spietato, pragmatico.
Morto più volte, ma mai davvero. Come spesso accade per i personaggi attorno a cui c’è grande mistero, Belmokhtar era già stato dato per morto più volte. L’ultima nel 2013, in Mali, dove Mr Marlboro aveva fondato una sua potente base operativa. Ora gli Stati Uniti lavorano per avere conferma definitiva della sua morte. Un’operazione che potrebbe richiedere giorni, visto che il raid è stato effettuato da diversi F15 che hanno sganciato più di una bomba sul bersaglio. Se la morte fosse davvero confermata per Al Qaeda sarebbe un colpo molto duro da incassare, considerato il carisma detenuto dal terrorista algerino sulle altre milizie jihadiste.