Il Jam Live Studio di Nembro ha già riaperto: «Non c'erano tutti quei problemi»
Nella notte fra sabato 9 e domenica 10 ottobre erano presenti quattrocento clienti su una capienza consentita di 110
di Elena Conti
Nei giorni scorsi la vicenda era finita su tutti i giornali, ma sembra che la situazione si sia già risolta. Nella notte tra sabato 9 e domenica 10 il Jam Live Studio, noto locale nella zona industriale di Nembro, era stato posto sotto sequestro; la polizia, giunta sul posto, aveva riscontrato la presenza di oltre 400 persone contro una capienza massima di 110. Inoltre, i clienti stavano ballando e il locale non possiede la licenza come discoteca. Per i titolari è subito scattata la multa e il locale è rimasto chiuso fino a mercoledì. Pare però che le cose si siano già sistemate: da giovedì il locale ha riaperto al pubblico.
Riepiloghiamo i fatti. Nello scorso week-end al Jam Live Studio si era presentata la divisione di polizia amministrativa della Questura di Bergamo, con l’ausilio del reparto mobile di Milano e dei vigili del fuoco del comando provinciale di Bergamo. In quell’occasione le forze dell’ordine erano impegnate in un servizio straordinario di controllo del territorio, per scovare casi di violazione delle norme in vigore e per fornire, come dichiarato dagli stessi agenti, «una risposta idonea a tutti gli esercenti rispettosi della legalità».
Gli oltre 400 avventori che si trovavano al Jam quella sera sono stati identificati e ad ognuno di loro è stato chiesto il Green Pass; fortunatamente, solamente quattro ne erano sprovvisti. Resta però il fatto che il locale, normalmente, dovrebbe avere una capienza massima di 110 persone. A ciò si aggiunge il fatto che stessero ballando senza autorizzazione, dato che il locale non possiede la licenza come discoteca. Per queste ragioni il proprietario è stato deferito per violazioni al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) ed è stato sanzionato per violazione delle norme anti-Covid, avendo permesso alla gente di ballare senza rispettare il distanziamento e l’uso delle mascherine. Oltre a questo, secondo quanto rivelato dalla stampa, sarebbero emerse anche irregolarità in merito all’unica uscita di sicurezza presente, che era transennata, e ai buttafuori.
I titolari, Cristian e Fabrizio Bonfanti, avevano dato la loro versione al Corriere della Sera: «Siamo aperti da diciotto anni e non abbiamo mai avuto problemi di nessun genere. Ora provvederemo a sistemare tutto. La capienza è di 200 persone, quelle in più erano all’esterno. Ballinavano, sono ragazzi giovani, difficili da gestire. Anche se al telefono dici che sei al completo, prenotano il tavolo da quattro e si presentano in dieci». (...)