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Il metodo per scovare i bugiardi (C'è chi ha creato pure un software)

Il metodo per scovare i bugiardi (C'è chi ha creato pure un software)
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Essere in grado di capire se qualcuno sta dicendo la verità è un desiderio comune. Talvolta formuliamo un simile pensiero quando stiamo parlando con un parente, amico o compagno, di cui, per vari motivi, sentiamo di non poterci più fidare; oppure vorremmo leggere la mente altrui quando dobbiamo acquistare qualcosa, e non siamo sicuri che le qualità eccelse sciorinate dal commerciante valgano davvero il prezzo di un prodotto. L’indecisione che proviamo in tali frangenti, tuttavia, ha ricadute ben più importanti, quando a provarla sono gli investigatori, al lavoro su casi particolarmente intricati. Discernere la verità dei fatti è essenziale, per chi ricostruisce la dinamica di un delitto. Un team di studiosi dell’Università di Michigan, perciò, si è dato da fare per scoprire in che modo si possa smascherare un bugiardo.

 

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Nessun esperimento in laboratorio. Il gruppo di ricercatori non ha condotto esperimenti in laboratorio, perché è difficile ricreare un ambiente tale da indurre le persone a mentire veramente. Rada Mihalcea, professore di scienza informatica e di ingegneria, nonché capo dello studio, insieme a Mihai Burzo, un assistente di ingegneria meccanica, ha spiegato perché interpellare dei volontari sia stato pressoché inutile, per il loro scopo: «Possiamo offrire un premio alle persone che possono mentire bene, pagare per convincere un’altra persona che è vero qualcosa di falso. Ma nel mondo reale si mente quando si è motivati». Gli studiosi, perciò, hanno deciso di analizzare un centinaio di video di processi particolarmente importanti. I filmati includevano le dichiarazioni dei testimoni e degli avvocati della difesa. Tra di loro, infatti, c’è sempre qualcuno che mente.

 

 

Un software anti-frottola. Per determinare chi dicesse la verità, i ricercatori hanno trascritto le tracce audio, inclusi alcuni intercalari come «um, ah, ehm» e hanno analizzato la frequenza con cui le persone usavano certe parole o categorie di parole. Hanno contato i gesti, usando uno schema di codifica standard per le interazioni interpersonali. Infine, hanno inserito i dati raccolti in un software specifico che, combinando parole e gestualità, distingueva il vero dal falso. Per testare l’efficacia del sistema informatico, i ricercatori si sono basati sui verdetti dei processi, e hanno scoperto che il loro programma “indovina” la verità nel 75 percento dei casi, contro il 50 percento di probabilità che spetta agli esseri umani. «Le persone fanno fatica a scoprire le frottole. Non è il tipo di abilità in cui siamo bravi per natura. Ci sono alcuni indizi che le persone danno spontaneamente quando mentono, ma non prestiamo abbastanza attenzione per accorgercene. Ci focalizziamo su un livello comunicativo più alto».

 

 

Come individuare un bugiardo. I ricercatori hanno notato che il 70 percento dei bugiardi guarda fisso negli occhi il proprio interlocutore, muove molto mani e testa, usa spesso intercalari (ad esempio, «ecco», «insomma», «ehm») e ricorrono alla terza persona, piuttosto che alla prima, con una frequenza assai superiore rispetto a chi invece dice la verità. Questi segnali accompagnano tendenzialmente il discorso di un bugiardo, ma non accade sempre. Ad oggi, dunque, non esiste una tecnica infallibile che ci permetta di capire se l’individuo che abbiamo di fronte sta raccontando delle menzogne. Gli indizi dati dagli studiosi ci possono tornare utili, ma probabilmente in certe circostanze è meglio tornare ad affidarsi al buon vecchio istinto – oppure al programma dei ricercatori, che sembra avere molte più possibilità di “annusare” una bugia.

 

 

Altri consigli. Oltre ai consigli dati dagli esperti del Michigan, ci sarebbero altri modi per smascherare chi non dice la verità. La maggior parte dei bugiardi, infatti, non completa le risposte, torna indietro nel discorso per aggiungere qualche dettaglio, si tocca i capelli, le mani o la bocca e cambia talvolta il ritmo della respirazione. Messo di fronte a una domanda importante, chi racconta il vero distoglie lo sguardo per concentrarsi sulla risposta, invece chi mente tende a tenere lo sguardo sull’interlocutore, per meglio controllare le sue reazioni. Un metodo utile per smascherare un bugiardo, inoltre, sarebbe quello di porre domande aperte e generiche, a cui sarebbe impossibile rispondere con un “sì” o un “no”, e poi proseguire con interrogazioni più specifiche. Inoltre, è bene non interrompere mai il racconto del sospetto bugiardo, perché in questo modo è più facile che si confonda e cada in contraddizione. Ammesso, ovviamente, che non dica la verità.

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