Era parte della comunità di Padre Dall'Oglio

Ruspe dell'Isis su 15 secoli di carità Il monastero che accoglieva esuli

Ruspe dell'Isis su 15 secoli di carità Il monastero che accoglieva esuli
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Era stato costruito nel 432 d.C. e per 1500 anni ha servito poveri, accolto rifugiati e ristorato i pellegrini. Ora il monastero di Mar Elian a Qaryatayn, vicino a Homs in Siria, è stato distrutto dall'Isis. Lo Stato Islamico si è fatto un punto d'onore nel volere demolire sistematicamente qualsiasi forma d'arte e di bellezza. Fotografie e video sono stati diramati prontamente, per fare propaganda al gesto “eroico”. Sono comparse ruspe, martelli e ogni strumento adatto per abbattere la pietra. I miliziani non hanno esitato a scoperchiare le tombe e riesumare i resti del santo a cui era stato dedicato il monastero. Elian, figlio di un ufficiale romano ucciso dal padre nel 284 per non avere abiurato la fede cristiana, era un medico ed era particolarmente venerato dai malati e dai loro familiari. Il luogo sacro, posto sulla strada che porta da Palmira verso la regione montagnosa del Qalamun, nella provincia di Damasco, era stato restaurato nel 1969 e, in quell'occasione, erano riemersi dipinti di Gesù, Maria e dei profeti, risalenti al V secolo. Ma ora non c'è più niente.

 

[Militanti dell'Isis tra i resti del monastero]

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Un monastero per la speranza. Mar Elian aveva svolto un ruolo fondamentale durante la guerra civile siriana. Migliaia di esuli, sia cristiani che musulmani, erano stati accolti e protetti tra le sue mura. L'obiettivo principale della presenza del monastero, come aveva detto il capo della comunità, padre Mourad, era quello di «servire i poveri, insegnare ai bambini musulmani e cristiani, affinché non muoia la speranza, che vogliamo rimanere un segno di speranza per il resto della parrocchia e per tutti gli altri». Il monastero, inoltre, era una filiazione della comunità di Deir Mar Musa al Habashi, rifondata dal padre gesuita Paolo Dall'Oglio, sequestrato il 29 luglio 2013 a Raqqa. Come padre Dall'Oglio, anche padre Mourad lavorava per promuovere la convivenza tra fedi; uno scopo oltraggioso, per le logiche dello Stato Islamico. La comunità di Mar Elian ha incominciato ad essere in pericolo il 7 agosto, da quando i miliziani sono entrati in Qaryatayn, cittadina in cui si trovano i più importanti giacimento di gas della Siria. I militanti dello Stato Islamico hanno rapito da quel momento 230 persone, comprese molte famiglie cristiane. Tra queste sembrerebbe esserci anche padre Mourad. I rapimenti, tuttavia, non sono che l'ultimo atto di violenza di una serie inauragata da Isis nei confronti di una delle comunità cristiane più antiche.

 

[Un momento del video diffuso dal Califfato]

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La furia barbara di ISIS. La devastazione di Mar Elian è l'ennesimo colpo di martello sferrato alla tradizione storica di altre fedi, alla conservazione del passato e al rispetto per le radici di tutti i popoli. La scomparsa del monastero è avvenuta pochi giorno dopo che Isis ha massacrato l'archeologo più rispettato della Siria, Khaled Assad, il quale aveva rifiutato di rivelare il luogo in cui aveva custodito per anni l'oro e gli artefatti dell'antica città di Palmira. L'uomo è stato decapitato, dopo un mese di detenzione. I miliziani hanno distrutto dozzine di chiese e antichi siti archeologici, nel corso dello scorso anno. Il gruppo ha suscitato una grandissima indignazione, quando i soldati hanno filmato la distruzione di statue uniche e preziose all'interno del museo di Mosul. Fortunamente si è poi scoperto che le opere originali erano state trasportate al sicuro, a Baghdad, anche se due delle statue erano autentiche, come ha purtroppo annunciato il governatore in esilio di Mosul. I libri e le statue di Mosul, la città di Nimrud e le rovine di Hatra, Palmira e ora Mar Elian: testimonianze insostituibili del passato dell'uomo sono state spazzate via dalla furia assurda di uomini votati all'odio e al fanatismo religioso. La scomparsa dei reperti archeologici ha colpito il cuore della comunità internazionale.

 

[Com'era il monastero prima della distruzione]

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Padre Dall'Oglio. Il gesuita padre Paolo Dall'Oglio era fortemente impegnato nel diagolo interreligioso, prima del suo rapimento. Aveva fondato la comunità cattolico-siriaca di Mar Musa negli anni Ottanta, recuperando così una tradizione cenobitica che risaliva addirittura al VI secolo. La sua attività aveva destato l'irritazione del governo del Paese, che infatti aveva emesso un decreto di espulsione per il religioso, il quale era già stato invitato a tenere un profilo basso, a non rilasciare dichiarazioni pubbliche e a non esprimere pareri politici. Nel 2012 si era dovuto rifugiare nel Kurdistan iracheno, accolto dalla comunità monastica di Deir Maryam el Adhra. Un anno dopo era riuscito a rientrare in Siria, in una zona controllata dai ribelli. Padre Dall'Oglio ha perseguito nella sua missione di rappacificazione tra i popoli e ha lavorato per fare liberare ostaggi tenuti prigionieri a Raqqa. Purtroppo si sono perse le sue tracce il 29 luglio 2013 e il 12 agosto è stata diffusa la notizia della sua morte. L'allora ministro Emma Bonino, tuttavia, ha affermato di non essere in grado di confermare la scomparsa del gesuita.

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