La lettera di risposta

Il Papa chiede perdono ai Valdesi E loro rispondono: no, grazie

Il Papa chiede perdono ai Valdesi E loro rispondono: no, grazie
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C’era stato l’incontro a Torino, in occasione dell’Ostensione della Sindone. Il papa aveva chiesto perdono ai Valdesi per le atrocità commesse dai cattolici a loro riguardo. Abbracci e sorrisi. Oggi la Tavola Valdese - il massimo organo di quella Chiesa - risponde: «Caro fratello in Cristo Gesù, il Sinodo della Chiesa evangelica valdese riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito “gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani” assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri».

Quando si inciampa sul sasso del «rispetto» non resta che aprire l’ombrello e aspettare la grandine. E infatti la lettera prosegue: «Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro». Con tutto il rispetto, caro fratello, non possiamo perdonare. Zuccherino:  «La grazia di Dio, però, “è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato” (Romani 5,20), e questo noi crediamo e confessiamo, certi che Dio vorrà attuare questa sua parola anche nella costruzione di nuove relazioni tra le nostre Chiese». La bici no, però puoi sempre guardare quelli che ci vanno.

 

 

Ovvio che poi ci si arzigogoli su per fare in modo che la cosa sembri meno velenosa di quel che è. Ma se la Tavola Valdese pensa di poter scrivere che i suoi attuali rappresentanti non possono prendere decisioni per i morti il guaio non sono le relazioni con Roma: il guaio è che saranno pure evangelici come dicono, ma le loro parole indicano che di certe faccende non si intendono per niente. Assomigliano a quei dirigenti di società che quando ci si presenta a domandare risarcimenti dovuti ma mai versati si trincerano dietro al fatto si essere entrati in carica solo successivamente agli avvenimenti in oggetto. Non è che si chiedano i soldi a loro personalmente. Si chiedono alla società che, se non fosse un continuum, nemmeno loro potrebbero ricoprire gli incarichi che ricoprono.

Dunque gli attuali rappresentanti dei Valdesi non facciano finta di non sapere: se volessero, potrebbero accettare la richiesta di perdono per la stessa ragione per cui il papa può averla avanzata. O lo accusano di non poter chiedere perdono perché non possono essere sicuri di quel che ne penserebbero i suoi (del papa) morti? Amici e amiche Valdesi, non è stato papa Francesco a ordinare l’attacco di Torre Pellice alle truppe del Signor de Petitbourg, del marchese Galeazzo di Villa, del principe di Montafon e del marchese di San Damiano. Ma come papa Francesco si è caricato la croce delle loro responsabilità, altrettanto potreste fare voi, gli eredi degli assediati.

 

 

In cristianese le cose funzionano così. A meno che - come ha recentemente affermato il vostro pastore Claudio Pasquet, della commissione per l’evangelizzazione - i Valdesi non stiano pensando di diventare una ONG a tutti gli effetti. Scrive Pasquet: «Avverto infatti insinuarsi nella nostra Chiesa un senso di rassegnazione alla secolarizzazione, che ci accomuna purtroppo a gran parte delle Chiese europee. Ogni anno le statistiche sinodali ci presentano un numero crescente di chiese dove scuole domenicali e catechismi sono ridotti al lumicino, se non inesistenti». E prosegue: «Etica, solidarietà e laicità: non credo di sbagliare dicendo che questi temi monopolizzano l’attuale dibattito all’interno delle Chiese valdesi e metodiste. Sono argomenti che sicuramente ci danno una certa popolarità, anche fra i radical chic, ma quanto incidono come predicazione dell’Evangelo? A volte leggendo la nostra stampa si ha l’impressione di leggere il bollettino di una serie di ONG di orientamento progressista, mentre l’esplicito e forte riferimento al Signore che ci spinge all’impegno resta sottinteso o non traspare» [fonte: L’Espresso].

Non traspare per niente: ha ragione il pastore Pasquet. E dunque gli eredi di quel santo che fu Pietro Valdo non vogliono accettare la richiesta di perdono di papa Francesco? Pace alle anime loro. Se non la fede, la demografia farà il suo corso, prima o poi.

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