Ecco come donare al Papa Giovanni plasma iperimmune per la cura dei pazienti Covid
L’ospedale di Bergamo ha aderito allo studio promosso dall’Irccs San Matteo di Pavia, che si pone l’obiettivo di verificare l’efficacia della somministrazione di plasma nei malati
È di lunedì 11 maggio l’annuncio da parte dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera della volontà di istituire una “banca del plasma iperimmune” per il trattamento dei pazienti Covid in condizioni critiche.
Adesso, chiunque sia guarito dall’infezione può fornire il proprio contributo immediato nella cura dei ricoverati: l’ospedale Papa Giovanni XXIII ha infatti aderito allo studio promosso dall’Irccs San Matteo di Pavia, che si pone l’obiettivo di verificare l’efficacia della somministrazione di plasma iperimmune nei malati. L’ospedale di Bergamo fa sapere che «per donare il proprio plasma è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 67 anni, aver avuto la malattia confermata da un tampone positivo ed essere guariti, condizione accertata da due tamponi negativi consecutivi».
«L'idea di usare il plasma raccolto da persone precedentemente infette per trasferire passivamente gli anticorpi ad una persona malata risale a circa 100 anni fa ed è stata applicata nella cura di vari agenti patogeni, come la rabbia, l'epatite B, la poliomielite, il morbillo, l'influenza, l'Ebola. Oggi, la stessa idea viene applicata contro il Covid-19 – spiega Anna Falanga, direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina trasfusionale ed ematologia della provincia di Bergamo -. È tra le terapie che stiamo testando per i pazienti Covid positivi che permangono in una condizione critica e si sta dimostrando efficace, ma vanno approfonditi tanti aspetti: dai tempi della somministrazione alla tipologia di malato che può effettivamente trarre beneficio dal trattamento. È necessario quindi generare casistica e dati da analizzare, per mettere a punto una strategia valida, ma anche priva di rischi. Per fortuna abbiamo alle spalle decenni di esperienza nel settore delle terapie immunoematologiche, il che ci aiuta a muoverci su un terreno non del tutto sconosciuto, anche se di questo virus in particolare si sa ancora poco».
La donazione di plasma viene effettuata con una procedura di plasmaferesi, della durata di circa 40 minuti, ma soltanto dopo aver compiuto un’attenta valutazione clinica e laboratoristica dell’idoneità alla donazione. Chi desidera dare il proprio prezioso contributo a questo progetto ed ha le caratteristiche richieste può inviare una email all'indirizzo simt.qualita@asst-pg23.it. «La procedura è per certi versi simile alla donazione di sangue – conclude la dottoressa Anna Falanga -. Il prelievo avviene dalla vena del braccio con effetti collaterali scarsi o nulli per il donatore, che può tornare alla sua vita normale subito dopo la donazione». Il diritto di astenersi dal lavoro per l'intera giornata lavorativa in cui si effettua la donazione si applica anche nel caso di donazione plasma.